“Il mio investimento nel franchising compro oro”

Massimo Pavone è un designer che ha scelto il marchio Oro in Euro per diventare imprenditore nel franchising  compro oro. Oggi è titolare di due punti vendita ubicati a Firenze, adiacente a piazza Beccaria, e a Signa, in provincia di Firenze. Massimo si è “innamorato” del format del franchising compro oro dopo aver conosciuto Nicola Laurenza, titolare nonché amministratore unico della Oro in Euro Italia spa. “Ho conosciuto Nicola nel 2010 rimanendone subito attratto dall’entusiasmo, dalla serietà e dalla trasparenza con cui mi parlava della sua attività di compravendita preziosi, in controtendenza con il mio immaginario e quello di molta altra gente”.

FotoMassimoPavone

E perché ha scelto proprio il settore del franchising compro oro?
“Penso che la vita talvolta sia questione di coincidenze; mi sembrava un settore che potesse dare buoni sviluppi data la recessione italiana e le poche prospettive future che continuano a prospettarsi. Correggerei la terminologia compro oro. Oro in Euro, infatti, non è mai stato solo quello ed è questo che rappresenta un suo grande punto di forza, saper leggere le nuove esigenze e adattarle in una gioielleria moderna, con il concetto di outlet non è un’idea da poco”.

Ci racconta il suo percorso di affiliazione, dalla scelta del marchio, ai primi contatti fino all’apertura?
“Avevo notato che sul mercato erano presenti molti altri marchi del settore, ma nessuno mi dava fiducia o comunicava informazioni chiare. Poi, come già detto, ho conosciuto Nicola Laurenza personalmente e non ho avuto più dubbi. Sono stato affiancato in tutto il percorso di affiliazione, dalla scelta dei locali e questioni societarie alle indicazioni sui costi e tempistiche di allestimento del punto vendita. L’attività va comunque presa seriamente e l’impegno del nuovo affiliato è fondamentale nella riuscita, d’altronde è lui l’imprenditore nonostante tutto il supporto fornito. C’è un gap tra la firma per l’affiliazione e l’inizio delle prime entrate e questo va considerato, ma qualsiasi imprenditore dovrebbe preventivarlo nel suo progetto di business. Per qualsiasi cosa mi sono comunque sentito affiancato e quando avevo necessità potevo contattare la casa madre, ricevendone sempre un serio supporto”. Massimo ha deciso di diventare imprenditore con il franchising per poter contare sul supporto di un know how e di una formula commerciale già testati sul mercato: “Il know how di chi ha una storicità nel settore da 12 o più anni è fondamentale per accorciare i tempi per arrivare a regimi interessanti di fatturato e per non dover commettere errori, soprattutto in un settore che ha delle normative rigide. E il franchising è perfettamente al passo coi tempi per rispettare tutte le procedure a norma di legge, anzi spesso le precauzioni di Oro in Euro hanno anticipato i tempi”.

Pensa che l’affiliazione commerciale sia una formula vantaggiosa per chi vuole diventare imprenditore? Se sì, perché?
“Sicuramente perché il cosiddetto “saper fare” e tutte le procedure su fornitori, questioni normative e legali, la scelta dei locali, il contratto di affitto, la tipologia di pubblicità da fare sono già conoscenze acquisite dalla casa madre e trasmesse al franchisee. Così facendo si evita di commettere errori e si ha già tutto pronto per produrre valore nella propria società”. Per l’avvio della sua attività in franchising targata Oro in Euro Massimo ha speso circa 50mila euro, oltre alle spese per poter lavorare fin da subito con l’attività di cambio oro in soldi. Il punto vendita di Massimo è caratterizzato da un design moderno, accattivante e dotato di sistemi di sicurezza fondamentali come vetri blindati e allarmi all’avanguardia. “Posso garantire che puntare sull’immagine è stata una scelta indovinata. Molti altri compro oro hanno infatti chiuso i battenti perché non davano fiducia già solo guardandoli da fuori e non hanno puntato sui tanti servizi che invece la rete Oro in Euro offre ai suoi affiliati”.

In quanto tempo ha recuperato l’investimento sostenuto?
“Sembra difficile crederlo ma abbiamo recuperato l’investimento in meno di un anno”. Quando Massimo apre i suoi punti vendita la prima cosa che fa è quella di allestire la vetrina poi si concentra sul contatto con il cliente: il cuore del lavoro è la trattativa e normalmente occupa la maggior parte del tempo della giornata. “Quando nel negozio non sono presenti clienti mi interfaccio con l’orafo per le diverse creazioni o riparazioni in corso, nuovi oggetti da prezzare, fotografare e mettere poi in vetrina. Spesso la gente arriva anche soltanto per chiedere informazioni o anche per semplice curiosità. Molti non sanno che non siamo solo un compro oro ma che ritiriamo anche argento, orologi, diamanti. E facciamo il conto vendita su preziosi particolari, realizziamo creazioni uniche e riparazioni ad hoc. In internet, sul sito www.outletdeipreziosi.it, abbiamo una vetrina con tutti i preziosi di tutto il network. Insomma, lavorare in negozio non ci si annoia di certo. E come ogni attività bisogna sempre pensare anche alle programmazioni pubblicitarie, i rapporti con la banca”. Massimo precisa che il lavoro in Oro in Euro è molto più vario di quello che si pensa, sottolineando che il ritiro di preziosi è soltanto un aspetto, “spesso i clienti da noi apprendono molte più informazioni utili che nelle comuni gioiellerie, come per esempio il valore di quello che hanno acquistato in passato e che acquisteranno in futuro”. La chiarezza è alla base di un rapporto di collaborazione duraturo, e il supporto di Oro in Euro è iniziato dalla formazione sull’operatività nel negozio fino al supporto legale e normativo, l’utilizzo di un software dedicato e alle numerose novità in continua evoluzione, sull’outlet dei preziosi, le nuove collezioni, l’utilizzo di nuovi strumenti di marketing e pubblicità, compresi i social network.

Come è avvenuta la sua formazione e quella dei suoi, eventuali, dipendenti?
“Presso la sede di Milano con corsi differenti sulle diverse attività, sull’oro, sulla vendita, l’allestimento vetrina e con corsi sui diamanti avanzati”.

Consiglierebbe Oro in Euro a chi si vuole affiliare a un compro oro?
“Sinceramente non avrei alcun dubbio per tutti i motivi elencati prima, al giorno d’oggi non ci si può permettere di sbagliare come investimento e andare subito dai migliori è l’unica possibilità per avere successo”.

Dalla sua posizione privilegiata, ci può dire come va il settore in questo momento?
“Il settore è in calo e chi non ha previsto la saturazione del mercato e pensato all’evoluzione o differenziazione dei servizi, assieme all’importanza di un marchio solido con un’immagine di livello sia per la comunicazione che della gradevolezza degli ambienti, è destinato a chiudere. Vi posso garantire che anche questo anno 2014 la mia attività ha incrementato il fatturato rispetto agli anni precedenti”.

Quali secondo lei sono tre motivi per affiliarsi a Oro in Euro?
“La solidità professionalità e la chiarezza del marchio e della rete, la varietà dei servizi offerti e, non ultimo, l’innovazione. Ovvero, la capacità di stare al passo con i cambiamenti del mercato e prevederli”.

La passione del franchising di Primadonna Collection

Valerio Tatarella, 48 anni, è fondatore e amministratore delegato di Primadonna Collection. Il network in franchising di calzature e accessori moda oggi conta 86 punti vendita diretti e 175 affiliati in Italia, 6 diretti e 33 affiliati all’estero. “L’intuizione da cui Primadonna Collection ha preso il via – ricorda Tatarella, ideatore del progetto – è il frutto di un percorso che arriva da lontano, fatto di tradizione, di competenze acquisite sul campo, di scelte strategiche adeguate alle nuove sfide che anno dopo anno il mercato lancia. A innescare la miccia è stata la passione, un sentimento che nutro verso il mondo della moda e che è alla base di qualsiasi mia scelta. Oggi posso dire con soddisfazione che la nostra proposta è moderna e all’avanguardia”.

“Mio padre Nicola – ricorda ancora Valerio Tatarella – ha anticipato i tempi da molti punti di vista. La sua attività prese il via da un mestiere antico, vendere all’ingrosso calzature, acquistando direttamente dalle fabbriche. L’evoluzione dei tempi e la consapevolezza dei cambiamenti del mercato ci hanno fatto abbandonare la strategia dell’ingrosso. Il primo passo è stato verso la vendita multibrand, con marchi e produzione propria. Mio papà ha inventato marchi che poi sono diventati notissimi, con cui riforniva i negozi multimarca, e che però non ha registrato”.

Lo step successivo è stato il monomarca. “Il marchio Primadonna Collection nasce nel 2001, nel 2006 abbiamo lanciato il progetto franchising di calzature e accessori moda. L’idea che sta dietro a questo progetto era realizzare un brand che comunicasse emozioni e, soprattutto, un senso di appartenenza a un mondo allo stesso tempo bello e accessibile”. In principio furono le scarpe. “All’inizio – prosegue Tatarella – abbiamo puntato tutto sulle calzature, forti della nostra tradizione e delle nostre competenze. Oggi abbiamo arricchito il nostro mondo anche con borse e bijoux, ispirandoci sempre di più al total look”. Oggi il marchio Primadonna Collection conta più di 300 punti vendita sparsi sia sul territorio italiano che internazionale. È presente in Spagna, Francia, Stati Uniti, Armenia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Libano, Azerbaijan, Lussemburgo, Irlanda, Ungheria e Portogallo. E la politica di espansione sui mercati esteri è in costante e continua evoluzione. Solo nel periodo estivo Primadonna Collection ha venduto 3 milioni di paia di calzature.

A che cosa attribuite questo risultato?

“Nonostante la nostra storia, ci consideriamo un’azienda ancora giovane. Abbiamo l’ufficio stile in azienda, produciamo in tutto il mondo. Puntiamo molto sulla ricerca di prodotto, studiando nuovi materiali e processi di produzione e tecnologie che rafforzino la resistenza, la leggerezza, il comfort. Ci rivolgiamo a un target molto ampio, con un’attenzione particolare alla nuova generazione di consumatori a cui proponiamo un prodotto che sia allo stesso tempo accessibile ma esclusivo, unico”.

In Primadonna l’integrazione all’interno delle singole funzioni si realizza anche attraverso continui processi di formazione e momenti di confronto. Luogo fisico di incontro per lo sviluppo del livello professionale commerciale è la sede di Primadonna Academy. Si tratta di una struttura creata per gestire gli aspetti di formazione, come conoscenza del prodotto, tecniche di vendita, software per la gestione del negozio e di visual merchandising. Nell’ampio negozio scuola vengono appositamente studiati gli allestimenti e le vetrine in modo che le collezioni vengano sempre valorizzate al massimo. Passione ed emozione sono anche le linee guida per la progettazione e lo sviluppo del layout negozi. L’attività comunicazionale è sviluppata da un team di professionisti dell’immagine del mondo della moda, che ogni giorno studia e implementa strategie efficaci che vadano a migliorare e diffondere la brand awarness. Vengono concepite campagne di comunicazione integrata su tutti i principali media: stampa specializzata, tv e affissioni. In questi ultimi anni si è inoltre prestata maggiore attenzione al web marketing con un nuovissimo e dinamico sito Internet, che a breve predisporrà della sezione ecommerce, e una serie di attività mirate sui principali social network. “Anche grazie alla formula del conto vendita crediamo che la nostra proposta imprenditoriale sia accessibile, competitiva ed estremamente vantaggiosa, con un margine garantito anche durante i saldi e le promozioni”. Per l’affiliato non esiste alcun pagamento di royalty, né di diritti di ingresso. Assenti anche i contributi per la pubblicità nazionale. La superficie ideale per l’apertura di un punto vendita è di 150 metri quadri (110 di esposizione più 40 di magazzino), in strade principali e centri commerciali. Il personale richiesto è in media di tre o quattro persone. L’investimento iniziale è di 550 euro al metro quadro per arredi, mentre il fatturato medio annuo è di 7mila/8mila euro al metro quadro, il contratto dura 5 anni.

Obiettivi per il 2015?

“Guardiamo con grandissimo interesse al rafforzamento della nostra presenza oltreconfine. Il nostro obiettivo per i prossimi tre anni è arrivare a realizzare la metà del nostro fatturato all’estero”