Franchising Nord, è già record di standisti

Aprire in franchising rappresenta una scelta vincente, soprattutto se si sceglie il settore e il marchio vincenti. Per quanto riguarda i franchisor la strategia vincente consiste invece nello scegliere il miglior affiliato possibile. Ed è per rispondere a queste esigenze che è nata Franchising Nord, la fiera internazionale del franchising giunta alla quinta edizione. E la fiera di quest’anno, che si svolgerà a Piacenza il 23 e 24 maggio, si prefigura già come una fiera da record. Infatti, a oggi Franchising Nord  triplica le prenotazioni degli stand  rispetto alla stessa data dell’anno scorso. “Per questo siamo – puntualizzano gli organizzatori – l’unica fiera del franchising in Italia con la qualifica di Fiera Internazionale che continua a crescere. Franchising Nord è efficace per trovare affiliati, facile da prenotare, veloce da organizzare, low cost”.

Gli espositori coprono tutti i settori del commercio, dal franchising ristorazione ai servizi, dalla bellezza al franchising abbigliamento, dal franchising bambino al franchising casa. I franchisor possono registrarsi e acquistare lo stand a questo link.

Stefano Pigolotti

Franchising low cost: ecco la proposta di NaturHouse

Chi c’è dietro il successo del progetto franchising NaturHouse? Scopriamo la storia di Raffaello Pellegrini, colui che ha portato in Italia il marchio spagnolo portandolo a contare, oggi, più di 400 negozi aperti in franchising. E ad AZ Franchising dà una notizia: NaturHouse lancia il forma franchising low cost, NaturHouse Village.

Come nasce la sua collaborazione con NaturHouse?
“Sono stato sostanzialmente vittima di un cacciatore di teste che nel 2005 mi ha contattato spiegandomi che un’azienda padronale spagnola era interessata a sviluppare il proprio mercato anche in Italia partendo da zero e che avevano bisogno di un manager con esperienza imprenditoriale che parlasse perfettamente lo spagnolo. Io soddisfacevo entrambi i requisiti in quanto in quel periodo facevo l’imprenditore a Cuba e, avendo vissuto per otto anni all’Avana, parlavo lo spagnolo come una madrelingua. Sono quindi partito per la Spagna per vedere di cosa si trattasse. Il progetto mi è piaciuto come mi è piaciuta la sfida di partire praticamente da zero, per cui ho accettato”.

Lei è stato premiato qualche mese fa come “Manager of the year” ai Franchising Awards.
“Ovviamente è un riconoscimento che fa tanto più piacere in quanto deciso da chi di franchising se ne intende e da chi ha seguito da vicino la crescita del brand che anche in pieno periodo di crisi ha mantenuto saldamente le sue posizioni”.

La motivazione del premio è stata “per aver sviluppato con successo in Italia il format internazionale NaturHouse”. Su quale strategia ha fondato lo sviluppo del franchising?
“All’inizio, nel 2005, NaturHouse Italia era essenzialmente il sottoscritto che aveva solo un ufficio, un computer e un telefono. Il primo passo è stato quello di formare un valido gruppo di lavoro, vale a dire ricercare le persone giuste, selezionarle e formarle. In secondo luogo, più si cresce come rete, più si ha il dovere di fornire un servizio qualitativo agli affiliati e mantenere sempre alto il livello di servizio”.

Dal 2012 ad oggi sono stati raggiunti gli obbiettivi che vi eravate prefissati?
“Prima del 2011 in ogni intervista dichiaravo che raggiungere l’obbiettivo di 1000 punti vendita era possibile attraverso lo sviluppo del brand. A partire dal secondo semestre del 2011 in Italia è iniziata la crisi della liquidità, la paura del futuro e soprattutto, a causa di tasse e gabelle, oggi un dettagliante ha il margine di guadagno ridotto del 15/20% rispetto al 2011. Penso quindi che ad oggi non ci sia la possibilità di arrivare a 1000 punti vendita tuttavia arrivare a 600 nell’arco di tre anni è sicuramente plausibile”.

Come avete fatto fronte alla situazione? C’è stato qualche cambiamento nel format?
“Il nostro format standard continua a diffondersi anche se più lentamente. Per far fronte alla situazione attuale abbiamo studiato un altro tipo di fomat che si affianca a quello standard. Un format in franchising low cost, più snello e con costi ridotti”.

Come funziona?
“Il format franchising low cost è essenzialmente fondato sul taglio dei costi. Innanzitutto è un format monoperatore, in quanto chi ci lavora è di fatto lo stesso affiliato che deve avere una preparazione adeguata per ricoprire i ruoli dell’educatore alimentare e del responsabile della parte commerciale. Inoltre il punto vendita può essere più contenuto, con spazi di 20/25 metri quadrati, funzionale anche in bacini d’utenza al di sotto dei 25.000 abitanti che una volta ritenevamo insufficienti per avviare un centro NaturHouse standard”.

Per quanto riguarda gli investimenti?
“Per quando riguarda l’investimento iniziale, scegliendo con accuratezza il punto vendita riusciamo a stare sotto i diecimila euro. Questo format è molto più appetibile per chi ha il titolo di studio idoneo per potersi occupare della parte di educazione alimentare visto che di fatto può lavorare senza dover pagare nessuno stipendio. Il canone annuale rimane invariato a 600 euro all’anno che sarebbero 50 euro al mese. Rimangono anche l’assenza di fee d’ingresso e l’assenza di royalty. Continueremo a investire sempre di più nella formazione del personale perché il fattore umano è quello che fa realmente la differenza. Attraverso l’implementazione di questo format low cost ritengo che riusciremo a capillarizzare la nostra rete anche in zone dove ancora non è presente”.

Come siete posizionati sul territorio italiano?
“Abbiamo successo più o meno ovunque. Le zone in cui dobbiamo ancora crescere sono le Marche e la Puglia dove abbiamo ancora tanti spazi disponibili”.

Com’è quindi la situazione ad oggi per quanto riguarda il numero di punti vendita?
“Ad oggi abbiamo 420 punti vendita operativi. E’ certamente plausibile ipotizzare 50 aperture all’anno nell’arco di 3 anni per arrivare a circa 600, capillarizzando la zona sia con il format standard sia con il nuovo format low cost”.

È soddisfatto della risposta del pubblico?
“Io sono molto soddisfatto ma devo dire che la soddisfazione è biunivoca. NaturHouse tra il 15 di aprile e il 15 di maggio arriverà a un milione di clienti fidelizzati in Italia e l’unica ragione per cui riusciamo a crescere così tanto o comunque a mantenere una rete così capillare è per il fatto che i nostri clienti sono soddisfatti. La stragrande maggioranza della nostra clientela viene da noi perché vuole eliminare il sovrappeso in modo efficace, naturale e duraturo e la loro soddisfazione il più delle volte è palese e questo è uno dei motivi per cui nel nostro caso il marketing virale ha molto successo in quanto chi è sodisfatto parla di noi”.

Quali sono gli obbiettivi per il 2015?
“Per il 2015 gli obbiettivi sono di aprire altri 50/60 punti vendita privilegiando Marche e Puglia e cercare di capillarizzare ancora di più la rete di vendita attraverso il nuovo format low cost”.

Retail: gli ultimi trend del design a ShopExpo

Il mondo dell’in-store e del retail design si ritroverà a ShopExpo (www.shopexpomilano.it) nei giorni 12 e 13 marzo 2015, nella sede di Superstudio Più in via Tortona 27, polo consolidato per gli eventi legati alla creatività e al design. Un’occasione anche per le reti in franchising per venire a contatto con gli ultimi sviluppi del design applicato al commercio.

ShopExpo è una novità assoluta per l’Italia e ha scelto il format della mostra-convegno per abbinare in modo proficuo gli aspetti espositivi con quelli dell’aggiornamento professionale. Il layout espositivo è stato concepito per dare visibilità e traffico a tutti gli stand attraverso un percorso guidato che porta, come destinazione finale, all’ampia area lounge, adatta per gli incontri informali, e alla sala deve sono in programma numerosi convegni.

Fra le categorie rappresentate dagli espositori vi sono: retail design, materiali POP, visual merchandising, comunicazione outdoor e segnaletica, digital signage e tecnologie di nuova generazione, shopper e packaging, servizi per il pdv e molto altro ancora. Ovvero tutto quanto serve per progettare o rinnovare un punto di vendita, per attrezzarlo con le più avanzate soluzioni e renderlo funzionale, dinamico e capace di offrire ai consumatori una shopping experience estremamente piacevole e memorabile.

ShopExpo ha come media partner le riviste AN/Shopfitting Magazine, AZ Franchising, Punto di Vendita, Vision. POPAI Italia, partner di Shop Expo, presenterà in fiera i lavori candidati all’ottava edizione dell’Italian POPAI Award, che verrà assegnato in sette specifiche categorie. La convegnistica, fruibile gratuitamente previa iscrizione nel sito (www.shopexpomilano.it), offrirà una panoramica molto articolata del mondo retail.

12 MARZO 2015

10.00 – 13.30

POPAI ITALIA – Retail Visions & Other Stories

RELATORI

Umberto Angeloni, Caruso

Daniele Lago, Lago

Giuseppina Matrone, Game Stop

Gianni Forcolini, Politecnico di Milano

Cristina Mezzadra, Bricocenter

14.00 – 15.30

IL FUTURO DEL RETAIL: TREND 2015

Reinventare il Retail fisico con una nuova forma di Experience (tecnologia, retail design, retail experience signature, integrazione del personale del pdv con il cliente finale)

RELATORE

Marco Zanardi, Realtà

Come creare fedeltà al punto vendita: chi ci riesce cresce!

RELATORE

Antonio Votino, ICTeam

15.45 – 17.00

SMART RETAIL: creare una customer experience unica e ottimizzare le risorse attraverso la strategia online to offline

RELATORE

Maria Elena Romanelli, M-Cube

13 MARZO 2015

10.30 – 11.45

L’EVOLUZIONE DEL DESIGN DEI SERVIZI: dal fisico al digitale con “Empatia”

RELATORI

Alberto Pasquini, Crea International

Massimo Giordani, Associazione Italiana Marketing

12.15 – 13.30

MODERNITÀ ETICA E DESIGN: fare cultura con un semplice progetto di materiale P.O.P.

RELATORI

Andrea Tempesta, Eurodisplay

Fabio Battista, Eurodisplay

Luca Stella, Eurodisplay

14.30 – 15.00

LE VETRINE DEI PUNTI VENDITA: strategia di marketing visivo

RELATORI

Massimiliano Pivetta, Assovisual

Antonio Colombo, Visual Merchandiser

 

 

Vestito bianco e oro: come il franchising italiano ha perso il “treno”

Tutto cominciò con una domanda banale: “Di che colore è questo vestito?”. Eppure, per un fenomeno scientifico legato all’occhio umano, una domanda banale non ha una risposta dello stesso tipo perché il vestito in questione alcuni vedono un vestito bianco e oro, altri nero e blu. Si è così scatenato una moda globale che ha investito la rete internet. Occasione ghiotta per molte aziende in franchising per farsi notare partecipando al balletto delle risposte. Negli Stati Uniti, dove i marchi sono molto più attenti alle mode comunicative, il settore franchising si è lanciato sopra all’argomento. Molte catene, soprattutto del franchising ristorazione, si sono sbizzarrite. Dunkin Donut’s ha chiesto di che colore fossero due sue ciambelle, Burger King di che colore gli ingredienti di un suo panino, Carl’s Jr di che colore due suoi yogurt, Pizza Hut di che colore la sua pizza e così andando. Insomma, il franchising americano si è scatenato per accaparrarsi un posto al sole della comunicazione e della visibilità.

E il franchising italiano? Come al solito ha risposto male, in ritardo o non ha risposto per niente. Nessuno ha approfittato per comunicare qualcosa di divertente o solo per comunicare. Purtroppo, comunicativamente parlando, il franchising italiano deve ancora fare molti progressi.