Smemoranda, flagship store a Milano e futura quotazione in Borsa

Smemoranda torna a casa. Dopo Roma, Miami, Shangai, la Holding Gut-Smemoranda apre il prossimo 16 novembre un flagship store a Milano, dove è nato proprio 40 anni fa a Milano il noto diario-agenda. Il nuovo flagship store è all’insegna della milanesità, con i brand Nava Design, storico brand di borse e stationery acquisito da Gut nel 2016 Design, e MH Way, altro brand di borse di design entrato recentemente nel Gruppo.

Nate a Milano – l’una nel 1970 e l’altra nel 1982 – Nava e MH puntano entrambe sull’innovazione. Entrambi si distinguono per gli importanti riconoscimenti internazionali oltre che esser presenti nelle collezioni permanenti di noti musei e sedi artistiche come il Moma e il Guggenheim Museum di NY, la Triennale di Milano e il Centre Pompidou di Parigi.

Luminosità, ordine ed essenzialità caratterizzano volutamente gli ambienti del flagship store così da concentrare l’attenzione sul prodotto, un’articolata offerta di accessori, borse, zaini e stationery frutto del contributo di famosi designer o del tratto creativo dei designer interni di Nava e MH Way, l’uno sotto la direzione creativa di Gian Carlo Soresina e l’altro di Makio Hasuike, noto progettista nonché fondatore di MH.

I marchi Nava e MH Way costituiranno il nostro maggior veicolo di sviluppo internazionale nei prossimi anni ha dichiarato Roberto Ghiringhelli Cavallo, Amministratore Delegato dei due brand nonché Direttore Generale del Gruppo. L’inaugurazione di Milano rientra infatti in un articolato piano di sviluppo della Holding, che vedrà già dal 2018 nuove, importanti aperture estere oltre all’entrata in Borsa.

NAU!, il franchising e gli occhiali “eroi”

Che cosa c’è dentro un prodotto? Ci possono essere la creatività, la maestria, l’ingegno. Il lavoro di tante persone, certamente. Ma dentro un prodotto c’è anche la filosofia di un’azienda, la sua visione del mondo, i suoi obiettivi e, perché no, le sue aspettative. La storia di NAU! e del suo franchising è quella del suo prodotto, occhiali venduti solo ed esclusivamente nei suoi punti vendita, colorati, gioiosi, allegri. E soprattutto unici.

Colori e passione

Dove nascono gli occhiali NAU!? Nascono in Italia, nella sede di Castiglione Olona, in provincia di Varese, dalle menti di un team di designer giovane e dinamico. “Io amo dire che i nostri occhiali vengono sognati in Italia” ci dice Monica Salvestrin (nella foto), direttore prodotto e marketing di NAU! e moglie del fondatore e presidente Fabrizio Brogi. E quando il sogno diventa realtà assume le forme uniche di un occhiale NAU! “Uniche non è un modo di dire – ancora Salvestrin –. Non lavoriamo in serie, non ci interessa produrre grosse quantità dello stesso modello. I nostri occhialai sono prodotti in Edizione Limitata, come unici sono i nostri Clienti.

Innovazione, esclusività, unicità, rotazione

Eccoli i capisaldi di NAU! Nuove collezioni ogni 2 settimane in Edizione Limitata, l ’esclusività delle collezioni distribuite solo nei negozi NAU!, portano ad un’elevata rotazione del nostro prodotto “Questo permette di magazzino sempre molto leggero, senza la necessità di avere uno stock elevato con conseguente capitale immobilizzato ma al contempo fresco, colorato ed accattivante per il Cliente”. In questo quadro assume un ruolo primario la formazione del personale di vendita. “I nostri ragazzi – racconta Salvestrin – sono continuamente aggiornati sul prodotto perché devono saperlo raccontare e trasmetterne i valori e la qualità”. Già, ma cos’è la qualità? “Qualità significa scelta delle materie prime, significa controlli accurati a ogni step di lavorazione e commercializzazione. Significa, anche, garantire occhiali dalla perfetta ergonomia, perché non basta che siano belli per chi li indossa tutto il giorno. Devono essere anche comodi. Per questo vengono svolti test di vestibilità per ogni singolo modello. Il risultato: occhiale belli da vedere e comodi da indossare.

“I nostri eroi”

Salvestrin li definisce “i nostri eroi”. Perché gli occhiali NAU! c ombattono e vincono ogni giorno la “guerra” del mercato, conquistando i favori del pubblico. “Utilizziamo solo le migliori materie prime per la produzione dei nostri occhiali e i nostri fornitori di lenti sono tra i leader mondiali del settore. E l’intera filiera produttiva è sottoposta a severi controlli qualitativi. Una garanzia per i nostri Clienti”. E poi ci sono i colori, dietro i quali c’è uno studio e un lavoro ben definito. “Sviluppiamo internamente le nostre collezioni colore talvolta fatte da colori esclusivi. E non abbiamo timore di dire anche inaspettati per un occhiale. I colori trasmettono l’energia creativa del nostro brand. Sempre.” Il franchising Oggi NAU! conta su una rete di 76 punti vendita diretti, 40 affiliati in Italia a cui si aggiungono 6 negozi all’estero. L’investimento iniziale per aprire uno store a marchio è di 100mila euro con un fatturato medio annuo fra i 5mila e i 10mila euro al metro quadrato, in rapporto all’ubicazione del punto vendita e al bacino di utenza che deve essere di minimo 70mila abitanti.

Sei aperture in tre mesi per il franchising Doppio Malto

Doppio Malto, format di brew restaurant di proprietà di Food Brand Spa, azienda specializzata nella gestione di franchising del settore food retail, prevede un piano aperture di sei nuovi punti vendita in meno di tre mesi con duecento assunzioni. Da Erba, in provincia di Como, dove il marchio è nato 13 anni fa dal maestro birraio Alessandro Campanini e dall’imprenditore Giovanni Porcu, Doppio Malto si sta diffondendo da nord a sud, passando per Bologna e tra pochi giorni anche nel cuore di Roma, accanto alla Fontana di Trevi.

“Quando apriamo uno store vogliamo implementare la customer experience a 360° –  spiega Giovanni Porcu, CEO e fondatore di Food Brand – a partire dalla comunicazione prima che il cliente entri nel locale, passando per l’esperienza gastronomica e di intrattenimento durante la visita.  Siamo in costante crescita grazie anche per il continuo lavoro di ricerca e selezione delle migliori materie prime insieme a un meticoloso lavoro di sperimentazione”.

I brew restaurant Doppio Malto sono riconducibili allo stile di una classica fabbrica di birra con la possibilità di osservare ed approfondire all’interno del locale tutte le fasi di produzione: dalla cottura al confezionamento. Gli store di stampo americano sono pensati come un luogo di ritrovo per gruppi di amici, famiglie e coppie.

Il Format Doppio Malto prevede, oltre all’area ristorante, anche laboratori di sperimentazione brassicola e beer shop, il corner dove trovare i principali oggetti di culto dell’appassionato di birra artigianale, come i growler, i tradizionali contenitori da 2 litri per la birra alla spina d’asporto.

OVS punta sulla Francia con il franchising

Il marchio italiano OVS si appresta ad aprire in Francia tre negozi in franchising questo autunno. Le varie aperture si dilazioneranno nel mese di novembre e sono tutte previste in centri commerciali. La prima inaugurazione è annunciata per il 10 a Chambourcy. Successivamente, il 25 novembre a Carré Sénart (a 40 km da Parigi), ed infine ad Ajaccio, Corsica con data ancora da definirsi.
OVS S.p.a opera nel settore della moda dal 1972 con oltre 900 negozi in Italia e all’estero, e con un fatturato di 1,6 miliardi (2016).

PaStation, seconda apertura a Roma con obiettivo sul franchising

Sbarca a Roma PaStation, il format di ristorazione di Tommaso Verdini e Aldo Gucci – che hanno inaugurato il primo locale a Firenze a fine 2015 pensato per essere diffuso con la formula del franchising. In particolare, lo store aprirà a piazza di Campo Marzio entro novembre. Oltre al figlio del politico Denis Verdini e del famoso stilista, fa parte della compagine societaria anche Lorenzo Fossi.

La formula PaStation è quella di offrire agli amanti della cucina italiana prodotti 100% italiani con un servizio innovativo, unendo la tradizione dello “Slow Food” e le tecniche legate al “quick cooking”. Il menù prevede, ovviamente, la pasta (da 8 euro a 12 euro i piatti), le Tartare (12 euro), gli antipasti “Stuzzicapasta” (da 3 euro a 6 euro), le insalate (da 6 euro a 11 euro) e i succhi di frutta “Fruit Juices” 100% Bio (2 euro come tutte le bevande, vini inclusi). E’ possibile scegliere la pasta sia per formato che per tipologia: grano duro, all’uovo, fresca, integrale e senza glutine.

Il format è stato pensato per essere replicabile attraverso il franchising e l’obiettivo è espandersi all’estero, a partire da Londra. Nella Capitale britannica è stato già chiuso l’accordo per l’apertura di PaStation in Paddington Street, a Marylebone, nel cuore di Central London. L’inaugurazione Oltremanica è prevista per inizio 2018. Altra novità in casa PaStation è il Food Truck che porterà su strada la cucina italiana 3.0.

Cigierre acquisisce America Graffici Franchising Srl

Il Gruppo Cigierre – Compagnia Generale Ristorazione Spa acquisisce la società America Graffiti Franchising Srl. Il contratto preliminare è stato siglato ieri, 25 ottobre, a Forlì da Marco Di Giusto, amministratore delegato dell’azienda già proprietaria dei format Old Wild West, Wiener Haus, Shi’s e Pizzikotto, e Riccardo La Corte, presidente della realtà con sede a Forlì. L’operazione verrà finalizzata entro fine novembre 2017.

America Graffiti, catena franchising nata nel 2008, è presente nel Nord e Centro Italia con 63 ristoranti, in gran parte gestiti con la formula del franchising. Il brand si ispira all’America degli anni Cinquanta con la riproduzione in ogni ristorante dei mitici diner e fast food di quell’epoca, in cui gustare una grande varietà di piatti tipici della cucina a stelle e strisce, dall’hamburger alla carne grigliata, dal pollo fritto alla cheesecake.

Cigierre con questa acquisizione supererà i 300 ristoranti tra Italia, Svizzera, Francia e Belgio.

“America Graffiti ha deciso di raggiungere l’accordo con il Gruppo Cigierre dopo aver ricevuto nel 2016 diverse manifestazioni di interesse da parte di gruppi di investitori, riconoscendo nella Compagnia Generale Ristorazione una realtà seria, solida e strutturata che potesse apportare un ulteriore contributo alla crescita del brand, mantenendone inalterata l’identità ed il concept che fortemente caratterizza i ristoranti della catena” spiega Riccardo La Corte, Presidente di America Graffiti Franchising.

“L’offerta commerciale di America Graffiti è complementare a quella degli altri marchi di Cigierre e l’organizzazione della gestione dei punti vendita è perfettamente allineata al nostro modus operandi. Anche dal punto di vista della cultura della qualità e dell’attenzione per la soddisfazione del cliente l’affinità è totale. – dice Marco Di Giusto, CEO di Cigierre – Contiamo di aprire almeno 50 ristoranti America Graffiti nei prossimi 5 anni, e di proseguire quindi lo sviluppo del gruppo Cigierre. Già dal 2018, includendo tutti i nostri format, prevediamo infatti un pari numero di aperture annuali in Italia e all’estero, con un particolare focus sulla Francia”.

AW LAB: “Così cresce la nostra rete in franchising”

Sono i numeri la cartina di tornasole del successo o meno di un’azienda: AW LAB, marchio di calzature in franchising di proprietà di Compar Spa, si distingue con risultati di tutto rispetto. Con oltre 200 punti vendita in Italia, 14 in Spagna, e un sell-out dei negozi affiliati di circa 70 milioni di euro, oggi il brand rappresenta un punto di riferimento nel settore delle sneaker e dell’abbigliamento sportstyle. Ma, dietro i numeri, ci deve essere un’intera struttura ben oliata, in cui ogni passaggio deve funzionare correttamente e, uno dei più delicati, è sicuramente quello dell’approvvigionamento. Massimo Quagliato (foto), Domestic Franchising Coordinator di AW LAB, in questa intervista ci spiega come funziona e perché è così importante.

“Una scelta guidata”
Partiamo dalla domanda che molti potenziali affiliati si pongono: in un sistema franchising, qual è il grado di libertà dei franchisee nella scelta dei prodotti? “Direi che è una scelta guidata – ci dice Massimo Quagliato – Nel senso che abbiamo una parte della collezione che ogni negozio deve esporre obbligatoriamente e costituisce circa il 30 per cento del totale dei prodotti. Il resto viene deciso in cooperazione fra singoli franchisee e il franchisor e in base ai dati sul venduto che monitoriamo centralmente grazie ai nostri software. Questo per garantire uniformità fra tutti i nodi del network. Per quanto riguarda l’ordine in sé, il 25 per cento è costituito da riassortimenti, il 75 per cento dal primo ordine. Riforniamo ogni negozio due volte a settimana, con un lasso di 3 o 4 giorni fra la richiesta dell’affiliato e l’effettiva consegna”.

I prodotti e il magazzino
Massimo Quagliato ci spiega le differenze fra prodotti best seller e i meno venduti. “I primi sono più delicati da gestire, perché sono pochi, il riordino è continuo e il rischio è quello di non coprire subito tutti gli stores. I secondi, invece, possono differire da zona a zona. Sono piccoli scostamenti di vendita, ma tutti insieme rappresentano una variabile che la rete deve saper governare. I best seller si vendono in maniera omogenea in tutte le zone italiane, oggi ancora più di ieri con l’avvento dei fashion blogger, di YouTube e degli altri social network”. Altro fattore critico: l’eventuale merce non venduta presente a magazzino. “La redditività dei franchisee deve essere garantita, quindi miriamo a magazzini snelli e continuamente rinnovati. L’affiliato paga l’ordine e non il venduto, ma questo non rappre-senta un problema quando riesci a gestire un sistema di approvvigionamento customizzato sulle vendite di ognuno”.

Le exclusive
Altra caratteristica di AW LAB sono i modelli in esclusiva. “Le exclusive sono di due tipi: colore o modello – prosegue Quagliato –. Nel primo caso, sono prodotti già esistenti, spesso storici, con un particolare nuovo o un’integrazione di stile, nel secondo sono modelli disegnati in esclusiva per i nostri negozi. In base ad accordi che di volta in volta stipuliamo con marchi come Nike, adidas, Puma, e altri, possiamo essere noi a disegnare i prodotti in esclusiva o sono i produttori stessi a proporceli per il mercato italiano”.

Rivoluzione e-commerce
“È innegabile che il commercio online sia diventata una realtà con cui anche le aziende in franchising devono fare i conti. La sfida maggiore è quella di integrare l’e-commerce con il sistema in franchising. Se fatto correttamente, non lo vedo come una minaccia ma un’opportunità sia dal lato dei clienti che da quello della redditività degli affiliati. AW LAB ha scelto di abbracciare la strategia Omnichannel: il cliente finale non deve percepire nessuno scostamento nell’esperienza di acquisto fra negozio fisico e online. Intendiamo integrarli il più possibile, di modo che, per esempio, si possa ordinare sul web e prelevare nello store sotto casa o il contrario. Il tutto, ovvimente con l’obiettivo di aumentare il traffico e gli incassi dei nostri stores affiliati.

Tra nuovi talenti e numeri in crescita chiude il Salone Franchising Milano

Quindicimila visitatori, con un aumento del 15 per cento degli espositori e del 18 per cento della superficie espositiva rispetto allo scorso. Ecco i numeri che segnano la conclusione della 32° edizione del Salone Franchising Milano.

“La contaminazione tra Rds Company e Fandango Club – ha dichiarato Marco Moretti, presidente di Fandango Club Spa – ha mantenuto la promessa. E’ stato attivato un germe fondante per un nuovo inizio. SFM conferma la sua capacità di proporre contenuti originali e utili sia ai professionisti del settore che al grande pubblico”.

“Un salone elettrizzante e pieno di energia – ha commentato Antonio Fossati, Presidente di Salone Franchising Milano – che fa proprio il crescente ottimismo per il miglioramento del quadro economico nazionale e lascia prevedere un grande sviluppo del franchising nei prossimi anni”.

Ultimo atto del Salone la premiazione del Talent “Re.Start-Smart up your business” che ha visto la presentazione di 114 nuove start up del retail. A giudicare i progetti una giuria di esperti e personalità del mondo del commercio e del retail. Il vincitore del Talent, primo classificato nella categoria Best New Franchising, cui va un premio di 150 mila euro, è Giulia Dal Frate, con il progetto B-FISH GOURMET FISH BURGER, un negozio di panini di solo pesce.

I vincitori delle altre categorie sono: Andrea Minghetti con la proposta TRUCCO&PARRUCCO per la categoria Best Business Idea; Giulia Dal Frate con B-FISH GOURMET FISH BURGER per la categoria Best Design&Corporate Image; Maria Cristina Ajroldi col progetto PASTICCERIA PRET A PORTER per la categoria Best Store Concept/Identity; Yary Nardiello con la proposta INCOGNITO-LIVE EXPERIENCE nella categoria Best Technology&Innovation; Maria Cristina Ajroldi con PASTICCERIA PRET A PORTER nella categoria “creative idea” special prize by IED.

 

Facile.it lancia la rete in franchising

Facile.it, marchio famoso per il confronto online delle tariffe di assicurazioni, prestiti, mutui, ADSL, energia, conti correnti, ha annunciato il lancio della propria rete di negozi in franchising. Il progetto nasce dopo i buoni risultati ottenuti dal primo punto vendita fisico gestito direttamente da Facile.it, inaugurato lo scorso marzo a Varese, al quale stanno seguendo altre quattro nuove aperture dirette.

«Il lancio di una rete di negozi in franchising distribuiti sul territorio nazionale rappresenta un’estensione fisica del portale Facile.it e una grande opportunità per chi deciderà di fare impresa aderendo al nostro franchising», spiega Mauro Giacobbe, Amministratore Delegato di Facile.it.

L’affiliazione non richiede alcuna fee upfront di ingresso e i ricavi del franchisee arriveranno dalle commissioni legate alla vendita dei prodotti di Facile.it. Oltre a questo il franchisee beneficerà del supporto marketing da parte dell’azienda che, già oggi, è fra i maggiori spender nel mercato pubblicitario italiano e della forza del marchio Facile.it.

Il progetto di franchising non è l’unica novità in casa Facile.it. Per garantire un servizio completo e altamente professionale ai clienti dei negozi anche in ambito creditizio, dopo la positiva esperienza della rete fisica di consulenti sul territorio per il settore delle assicurazioni auto, il portale creerà una nuova rete di professionisti, questa volta dedicata alla consulenza su mutui e prestiti personali, a disposizione di tutti i consumatori che entreranno negli store Facile.it o che richiederanno informazioni attraverso il sito internet.

Fiori e piante, il franchising oasi in un mercato in difficoltà

Non benissimo il mercato del fiore. Negli ultimi anni il settore dei fiori ha risentito in misura evidente della minore disponibilità di spesa delle famiglie italiane. A partire dal 2009, la domanda di fiori recisi, così come di piante, alberi e arbusti, ha cominciato a flettere: tra il 2008 e il 2010 la diminuzione per la spesa totale è stata del 6%, mentre per i fiori recisi è stata del 7%. Nel 2011 si è registrato un lievissimo aumento tendenziale della spesa complessiva di fiori e piante (+1,7%), dovuto probabilmente ad incrementi di prezzo applicati dagli operatori al dettaglio.

Nel 2012 si è registrata nuovamente una diminuzione del 5% (-4,8% per i fiori), che si è ripetuta, anche nel 2013. Dal 2014 si cominciano a vedere i primi segnali di ripresa. ll 46,2 per cento degli italiani ha in casa fiori o piante da curare nel balcone e nel giardino con un aumento della percentuale al 50,8 per cento tra gli under 34 anni. A dirlo la Coldiretti/Censis in una nota divulgata durante il periodo di Expo Milano 2015. Il fiore, dice la Coldiretti, ha una diffusione trasversale tra uomini e donne, copre tutte le fasce di età e tutti i territori di residenza anche se dall’analisi emerge che ha il pollice verde oltre il 47,5 per cento degli uomini a fronte del 43 per cento delle donne.

La propensione positiva degli italiani nei confronti dei fiori è confermata dal fatto che – sostiene Coldiretti – nove italiani su dieci sostengono che la loro presenza in casa dia piacere. L’Italia è leader nella produzione di piante e fiori in Europa. Un giardino che copre oltre 30.000 ettari di terreno che si estendono dal sud al nord e dalla pianura, alla collina, fino alla montagna. Il florovivaismo italiano vale oltre 2,4 miliardi di euro e conta oltre 30mila aziende agricole che garantiscono occupazione ad oltre 100mila persone. A pesare sul settore è anche la piaga del commercio abusivo di fiori recisi e di piante in vaso. Nonostante il primato italiano in Europa le importazioni di fiori e piante sono aumentate del 7 per cento nei primi sei mesi del 2015.

Il franchising potrebbe rappresentare un’ottima valvola di sfogo per i tanti fiorai in difficoltà grazie alle proprietà intrinseche dell’affiliazione che abbatte i rischi di impresa