Il potere delle recensioni dei consumatori

In un’epoca come la nostra in cui si sono moltiplicati i canali di diffusione della comunicazione, anche le forme di pubblicità ingannevole sono cresciute e sono diventate sempre più sottili e sempre più nascoste: con un messaggio falsato e distorto, esaltano qualità che il prodotto non possiede, ingannando il consumatore.

ATTENZIONE ALLA PUBBLICITA’ INGANNEVOLE

Spesso gli annunci pubblicitari, esaltando le qualità del prodotto o servizio a cui si riferiscono, trasmettono un flusso di informazione alterato che rende il pubblico sempre più scettico ed indifferente. Allora il consumatore, piuttosto che lasciarsi influenzare dalla sola pubblicità, ripone la sua fiducia nelle esperienze altrui.
Esperienze che, attraverso i commenti, viaggiano all’interno dei social network e che diventano una formula importante per avvicinare i prodotti ai consumatori. Così vale di più il consiglio di un amico delle costose campagne pubblicitarie: crediamo di scegliere, ma di fatto seguiamo la corrente invisibile che ci circonda e il Marketing lo sa.

IL RISCHIO DELL’INGANNO E’ DIETRO L’ANGOLO

Attraverso i social network, i giudizi di prodotti o servizi in vendita online, che all’apparenza potrebbero sembrare una valutazione spontanea, si trasformano in un’arma potentissima, dal valore inestimabile. La forza delle recensioni, infatti, diventa l’ago della bilancia in grado di dare adito al successo di un prodotto o di un servizio, ma anche al suo fallimento; e difronte alla potenza di tale tecnica, il rischio all’inganno è evidente. Ma “come sempre accade, ogni futuro si porta dietro un bel po’ di passato” [Philip Kotler, “Marketing 4.0”].

CHE COSA E’ L’ASTROTURFING

L’astroturfing è un termine formulato negli Stati Uniti intorno alla metà degli anni ottanta, che nasce come tecnica di alterazione della percezione delle qualità di un prodotto/servizio, creando a tavolino il consenso proveniente dal basso. In particolare, si basa sull’idea che i giudizi lusinghieri, o comunque positivi, verso un determinato prodotto, possano influenzare le scelte dei consumatori/utenti spingendoli all’acquisto. Come è facile immaginare, con il diffondersi dell’e-commerce e, soprattutto, con l’affermazione dei meccanismi di costituzione delle
relazioni e della reputazione online caratterizzati dalla proliferazione dei canali social, questa pratica si è diffusa rapidamente. L’esempio più comune è rappresentato dai commenti con false impressioni positive, che possono accompagnare recensioni o presentazioni di singoli prodotti o servizi, spesso utilizzata anche per bilanciare quei giudizi negativi in modo da rendere neutra la percezione che arriva al pubblico.
Oppure nel creare un diverso contenuto, ad esempio un post su un blog, che tuttavia riferisca ed esalti l’oggetto dell’astroturfing.

INGANNARE NON CONVIENE: IL CASO TRIPADVISOR

Ma ingannare il pubblico non paga. In pubblicità c’è una grande differenza tra dichiarare la verità e affermare il falso, e per le aziende che superano la linea di confine ci possono essere danni milionari, oltre a quelli di immagine.
TripAdvisor, il colosso statunitense del web che pubblica recensioni di alberghi, bed and breakfast e ristoranti, prenotazioni di alloggi e altri contenuti relativi ai viaggi (da 78 milioni di iscritti e una media di 139 recensioni al minuto), ha dovuto vedersela addirittura con l’antitrust, che l’ha condannata a mezzo milione di euro di multa per avere diffuso «informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni» online, tali da poter indurre in errore una vasta platea di consumatori. In Italia (con il decreto legislativo 146/2007 che ha recepito tale direttiva), così come in Europa e negli Stati Uniti, è considerata una pratica illegale, un reato compreso nel più ampio spettro giuridico delle scorrette pratiche commerciali.

@Stefania Giuseppetti

 

NATURHOUSE: Da cliente ad imprenditrice

Intervista a Cinzia Vaccaro, proprietaria di due centri Naturhouse.

Ha sempre desiderato diventare consulente nutrizionista. Infatti, dopo la laurea in biologia, ha frequentato un master a Roma in nutrizione e dietetica. Dopo aver conosciuto Naturhouse, nel 2006, Cinzia Vaccaro ha pensato che facesse proprio al suo caso, Ha aperto infatti il suo primo centro a Alcamo e poi anche a Trapani.

Quando è entrata in contatto con il brand Naturhouse? 

“Sono entrata in contatto con il brand nel 2006 a Catania, in quanto sia io che mio marito abbiamo seguito il percorso di educazione alimentare come clienti, per poi aprire il nostro primo centro nel 2007. Ancora oggi ci consideriamo clienti fidelizzati”.

Dove ha aperto il centro?

“Abbiamo aperto il primo centro nell’ottobre del 2007 ad Alcamo, e dopo solo un anno ne abbiamo aperto un’altro a Trapani, con la preziosa collaborazione decennale delle Dott.sse Cristina e Rossana”.

Quali sono state le principali motivazioni che l’hanno spinta a scegliere Naturhouse?

“Sicuramente penso sia l’approccio e l’importanza che viene data all’educazione alimentare, che ho potuto provare in quanto anch’io ho seguito il percorso per raggiungere il mio PesoBenessere. Un ulteriore pregio sono gli integratori, tutti di origine naturale e certificati dal Ministero della Salute. Prima seguivo delle diete sempre molto rigide e restrittive. Quello che ho apprezzato maggiormente di Naturhouse è il metodo accessibile a tutti. I piani alimentari sono di semplice attuazione, ampi nella scelta degli alimenti e di conseguenza compatibili con i gusti dei clienti. Ma specialmente il fatto di poter restare sempre in contatto con la gente e avere un rapporto diretto e amichevole con i clienti mi ha spinta ad intraprendere il mio precorso lavorativo con l’azienda”.

In che modo la casa madre l’ha sostenuta?

“Sempre a 360°: aggiornamenti formativi costanti, innovazione ed introduzione di nuovi prodotti alimentari ed integratori, supporto di marketing sia attraverso campagne nazionali
pagate dalla casa madre che a livello di formazione su come utilizzare i nuovi media per pubblicizzare localmente i miei punti vendita. Ma sono state senza dubbio delle guide
fondamentali gli Area Manager e le Responsabili Tecniche Commerciali della zona, i quali ci appoggiano e sostengono sempre”.

E’ necessario seguire dei corsi di formazione? Se si su quali aspetti…

“Sì la formazione è stata ed è fondamentale, in particolare nella fase di apertura del cento. È comunque prevista una formazione costante e continuativa che riguarda sia il metodo
che i nuovi prodotti introdotti sul mercato negli anni”.

Quali sono in termini economici i numeri per chi come lei vorrebbe aprire un centro Naturhouse?

“L’investimento iniziale minimo parte da meno di 10.000 € e consente di crearsi ad esempio un autoimpiego estremamente redditizio. Si può scegliere tra due diverse tipologie di centri Naturhouse: Centro Naturhouse Village, dove lavora solo ed unicamente la nutrizionista (superficie minima inferiore ai 30 mq concepito per gli insediamenti urbani con meno di 35mila abitanti) o Centro Naturhouse Standard, dove alla nutrizionista si affianca un’addetta vendite con compiti commerciali (superficie minima di almeno 30 mq, ideale per gli insediamenti urbani con più di 35mila abitanti).

Che consiglio darebbe ad un nuovo affiliato

“Lavorare con lealtà e trasparenza, essere sempre disponibili con chi si ha davanti. Avere un approccio amichevole e saper consigliare i giusti prodotti per rendere il percorso più
veloce, ma soprattutto piacevole. Motivare di settimana in settimana il cliente, incrementanto la determinazione e la costanza. Il percorso che porta a perdere peso non è
sempre lineare. Gli insuccessi demotivano, ma la forza di squadra riporta il sorriso”.

I suoi progetti futuri…

“Continuare ad essere presente con Naturhouse come affiliato poichè in questi anni ho avuto molte soddisfazioni, sia personali che in termini economici. Come imprenditrice ci
sarebbe certamente la volontà di aprire un nuovo punto vendita, ma al momento preferisco dedicare del tempo alla mia famiglia, anche se non escludo la possibilità di aprire un
nuovo centro in futuro”.

 

Primadonna Collection obbiettivo Francia

Primadonna , attiva nel settore delle calzature ed accessori per la donna, ha chiuso il 2018 con un fatturato di oltre 114 milioni di Euro.

PRIMADONNA Spa che ha avviato il suo progetto franchising nel 2006, si contraddistingue per il suo concept sobrio ed elegante e con una formula commerciale innovativa che riscuote consensi sempre maggiori non solo tra gli affiliati al marchio ma anche nei confronti della clientela finale grazie ai 6.000€ medi di fatturato al metro quadro sviluppati dai punti vendita.

La rete di negozi Primadonna diretti ed in franchising, ad oggi, è composta da 396 punti vendita in tutto il territorio nazionale ed estero.

Primadonna ,per l’anno in corso, ha l’obiettivo di raddoppiare la sua presenza in Paesi come la Francia, ove è già presente da 5 anni con 7 vetrine.

L’export, non solo in Francia, s’impone come un obbiettivo futuro per Primadonna Collection.

Il brand ha inoltre lanciato il suo servizio e-commerce disponibile alla pagina www.primadonnacollection.com.

Con l’e-commerce di Salesforce Commerce Cloud, i clienti Primadonna possono perfezionare la loro leadership nelle attività di merchandising e marketing. Dispongono del controllo completo del loro sito, possono apportare modifiche e aprire nuovi storefront come e quando vogliono.

 

 

Intervista a Mauro Mordini, Country Manager di Regus in Italia

Regus, leader a livello mondiale nella fornitura di spazi di lavoro, annuncia lo sbarco ufficiale anche in Italia, offrendo ai professionisti del settore un’opportunità di investimento totalmente inedita e innovativa per il real estate.

 

Il business degli spazi di lavoro flessibile è un segmento del real estate particolarmente promettente: si calcola che, entro il 2025, il 30% dell’impronta immobiliare totale delle grandi aziende, a livello globale, sarà costituita da spazi di lavoro flessibile. E con Regus lo smart-working si fa in franchising. Il piano di espansione dei business center Regus attraverso il format del franchising, che ha debuttato a livello globale nel 2015 in 12 Paesi extra-europei, è stato esteso nel 2018 anche a cinque mercati europei (Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Italia). Regus è pronta anche nel nostro Paese ed è in cerca di investitori interessati in questo piano di espansione e crescita. Già presente in Italia con 52 strutture, attraverso il franchising, la società si pone l’obiettivo di raggiungere i 65 business center in Italia entro la fine dell’anno.

IL MODELLO FRANCHISING DI REGUS

La società mette a disposizione il proprio know-how trentennale nella gestione di spazi di lavoro professionali. La collaborazione con Regus si svilupperà a partire dalla definizione congiunta di un programma di sviluppo, che prevede un’area geografica e un numero di aperture predefiniti. Oltre alle location, verrà definito il periodo di collaborazione: 10 anni a partire dalla data di apertura di ogni sede, con possibilità di estendere la partnership per ulteriori 5 anni.

Il progetto, quindi, passerà dall’individuazione della location perfetta: un immobile con una superficie di almeno 1.000 m2, che possa ospitare almeno 100 postazioni di lavoro, allestita secondo i canoni ar-
chitettonici e di design che contraddistinguono ogni spazio Regus nel mondo.

LA PROPOSTA

La proposta si rivolge ad imprenditori e manager che abbiano uno spiccato radicamento territoriale, disponibilità finanziaria, spirito di iniziativa, ma anche a proprietari di immobili sul territorio italiano che vogliano mettere a frutto il loro patrimonio, trasformandolo in un prodotto innovativo e all’avanguardia. “Il nostro segreto è da sempre quello di saper trasformare qualcosa di rigido, un immobile, appun-
to, in uno spazio estremamente flessibile – afferma Mauro Mordini, Country Manager di Regus in Italia. – È chiaro che, per riuscire in questo progetto, l’apertura di un business center in franchising debba obbligatoriamente passare per investimenti significativi, più alti rispetto a quelli di un franchising tradizionale, seppur meno onerosi rispetto alla media del settore immobiliare.

In termini economici, visto che si tratta di un investimento medio alto, quali sono i margini di guadagno?

“Oggi stiamo lavorando ad un business model che preveda un EBITDA superiore al 20% e un tempo di recupero del capitale investito di circa 4 anni. Una delle voci più rilevanti del nostro conto economico è

rappresentata dai canoni di locazione pagati alle proprietà. Condurre una buona trattativa può determinare il successo o l’insuccesso del nostro business model. Anche in questo Regus è vicina ai suoi franchisee.

Supporteremo e consiglieremo i futuri candidati nelle negoziazioni con le proprietà avvalendoci della nostra esperienza trentennale in questo business”.

Ma quali sono i punti di forza del vostro innovativo format?

“La nostra reputazione. La nostra lunga esperienza nel settore è il vero punto di forza. È garanzia della maturità del mercato per accogliere un format innovativo come questo. Gli investimenti in franchising in Italia, fino ad oggi, hanno riguardato per lo più il segmento retail e quello del food & beverage ma siamo fermamente convinti che oggi ci sia la possibilità di sviluppare con successo anche il mercato degli spazi di lavoro flessibile. Un settore in enorme ascesa. CBRE stima una crescita a livello globale pari al 13% all’anno e noi di Regus stiamo crescendo anche di più. Aprendo un business center Regus in franchising, si vende un prodotto conosciuto, che attira clienti, nonchè anticipa la domanda sempre più in crescita per questo tipo di servizio”.

Quali sono i vantaggi per un potenziale affiliato?
Perché affiliarsi a Regus?

“Con questo progetto, diamo ai franchisee l’opportunità di entrare in un mercato consolidato insieme a un brand che vanta più di 30 anni di esperienza nel settore. Offriamo agli affiliati una serie di servizi per sostenerli nella crescita: consulenza in fase di progettazione, formazione del personale, un confronto costante con il nostro team, la promozione del brand sul mercato, la possibilità di sfruttare la rete Regus di clienti nazionali ed internazionali, la promozione e la vendita dei servizi ecc. Stiamo già discutendo con alcuni attori italiani, speriamo di poter vedere presto i primi frutti di queste collaborazioni”.

Intervista a Alessandro Ravecca, Presidente di Cibiamogroup

La Bottega del Caffè è uno dei marchi storici di Cibiamogroup, gruppo ligure che crea e gestisce, direttamente e in franchising, format di ristorazione veloce dal 1992. Oggi la rete del gruppo è composta da oltre 100 punti vendita presenti su tutto il territorio nazionale con i marchi cibiamo, La bottega del Caffè, Virgin Active Café e Mondadori Café.

I punti vendita a marchio La bottega del Caffè sono oltre 40 e recentemente è stato inaugurato il primo store in Francia a Cannes.

Abbiamo intervistato Alessandro Ravecca, Presidente di Cibiamogroup. Un format dedicato tutto al caffè.

 

Quali sono le caratteristiche principali del format?

“Il format La bottega del Caffè nasce nel 2002 ed è stato completamente rinnovato a partire dal 2016. Il restyling del format è stato guidato dalla nuova mission:
“riscoprire tutte le tradizioni del vero caffè italiano, offrire il caffè in tutte le sue varianti, realizzare un luogo speciale, dove i baristi più esperti “mettono in scena” l’autentica coffee experience”. La bottega del Caffè oggi si presenta come un ambiente elegante in cui poter respirare la vera atmosfera italiana, grazie alla scelta di materiali importanti come marmo, ottoni e specchi, tipici dei cafè storici italiani. Nei punti vendita è possibile gustare le migliori miscele di caffè in tutti i modi e con diverse estrazioni, dall’espresso alla caffettiera napoletana, oltre ad una selezione di prodotti dolci e salati. Il format è modulare e a seconda dei contesti può essere completato con l’inserimento di pizze focacce gourmet o con il corner del gelato o del vino. A Cannes proponiamo tutte le
referenze di caffetteria comprensive di caffè speciali e regionali, centrifughe di frutta e verdura e una ricca proposta salata di pizze e focacce con diversi tipi di impasto e farciture gourmet selezionate tra l’eccellenze italiane (DOP, IGP ecc). La metratura media è di circa 50 metri quadri ma il format si presta ad essere sviluppato anche con la formula del chiosco con metrature
inferiori (circa 20 metri quadri). Le location ideali sono nei centri commerciali (dove la presenza del brand è molto consolidata) ma anche le vie principali dei centri storici e le location turistiche”.

La particolarità dei prodotti?

“I prodotti che compongono l’offerta La bottega del Caffè sono sempre stati riconosciuti per la qualità. La miscela esclusiva a marchio è frutto della combinazione di dodici monorigini mentre gli impasti sono realizzati con ricette brevettate per garantire un risultato altamente digeribile, con un ridotto contenuto di lievito e l’assenza di strutto. Gli impasti vengono lavorati in un laboratorio centralizzato e ciò consente una totale standardizzazione e la semplificazioni di tutti i processi da replicare all’interno dei punti vendita.
Oltre alla qualità riconosciuta si segnala anche la ricchezza dell’offerta che permette da una parte di poter gustare il caffè a 360 gradi, in tutte i modi possibili e con diverse combinazioni e dall’altra di poter avere pizze e focacce preparate con molteplici farciture, stagionali e gourmet, e diverse tipologie di impasti (curcuma, fibra, integrale o al latte)”.

Quali sono gli obiettivi in termini di aperture e di espansione del brand?

“Il 2019 sarà caratterizzato da numerosi restyling di punti vendita esistenti e strategici, oltre ad alcune aperture. La più imminente in Campania. Per il futuro ci sono in cantiere alcune nuove aperture in programma in centri commerciali di prossima realizzazione e stiamo guardando con interesse ad uno sviluppo più urbano (partendo da Milano) e internazionale. Oltre ad un consolidamento della presenza sul territorio francese stiamo valutando anche altri mercati”.

Come si posiziona il brand dal punto di vista economico nel mercato del settore e che peso ha all’interno del franchising?
“Nel 2018 La bottega del Caffè è stata selezionata dall’Università Bocconi tra i principali brand premium nel food service – all’interno di un’importante ricerca condotta sul mercato del fuori casa “Food retail e ristorazione commerciale: essere premium, essere casual”. Essendo presenti sul mercato dal 2002 rappresenta una realtà consolidata. Il 90% della rete di punti vendita è gestita in franchising”.

Cosa vuol dire per voi internazionalizzazione del business e quali sono i mercati a cui guardate con maggiore interesse nel medio e lungo termine?

“Abbiamo avviato un processo di sviluppo internazionale partendo dalla Francia ed in particolare dalla Costa Azzurra (siamo a Cannes al 71 di Rue Félix Faure) che presenta caratteristiche molto simili a quelle del mercato italiano. Abbiamo la fortuna che i nostri prodotti core, caffè e pizza, siano molto riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Pensiamo di proseguire con lo sviluppo in Francia ma non solo. Stiamo valutando l’ingresso anche in altri paesi e cerchiamo per il nostro sviluppo i giusti partner per impostare accordi di master o di area developer”.

Quali sono le caratteristiche dei vostri potenziali affiliati e perché affiliarsi a La bottega del Caffè?

“Piccoli e medi imprenditori con la passione per il settore del Food&Beverage, anche se privi di esperienza diretta, e capaci di sostenere l’investimento per la creazione di uno o più punti vendita”.

BURGER KING: intervista ad Andrea Valota, General Manager Italy

BURGER KING: UN MODELLO DI BUSINESS COSTRUITO SUL FRANCHISING

Intervista a Andrea Valota, General Manager Italy: “ricerchiamo imprenditori già affermati o professionisti che vogliono cimentarsi nella loro prima esperienza imprenditoriale, ma soprattutto persone energiche e positive che abbiano la voglia e capacità di aprire più di un ristorante”

 

Burger King è in forte crescita in particolare in America Latina, Russia ed Europa, e specialmente in Spagna e in Italia, dove abbiamo aperto 30 ristoranti nel solo 2018 – afferma Andrea Valota, General Manager Italy. – superando i 200 milioni di volume d’affari e i 4500 addetti. Il numero di aperture previste nel corso del 2019 è in linea con il 2018, cosa che ci permetterà di superare la soglia di 200 locali.

Quali sono i modelli operativi più efficaci per espandere la vostra presenza sia sul territorio nazionale che internazionale?

“Una chiave del nostro successo è sicuramente la standardizzazione e digitalizzazione dei processi, la logistica e soprattutto la qualità e velocità del servizio. A tutto ciò si aggiunge una gestione centrale di tutte le leve di marketing, innovazione e comunicazione. Da sempre operiamo attraverso sia aperture dirette che in franchising: in Italia abbiamo raggiunto quota 39 licenziatari, che gestiscono oltre tre quarti di tutti i locali sull’intero territorio nazionale. Grazie al lavoro comune riusciamo a garantire uno sviluppo veloce e sostenibile, e soprattutto un presidio territoriale capillare e profondo, facendo leva sulle capacità imprenditoriali dei nostri franchisee e sulla loro conoscenza delle specificità locali”.

Quali sono le caratteristiche dei vostri potenziali affiliati e perché affiliarsi a Burger King?

“Imprenditori già affermati o professionisti che vogliono cimentarsi nella loro prima esperienza imprenditoriale, ma soprattutto persone energiche e positive che abbiano la voglia e capacità di aprire più di un ristorante, ovvero interessati a costruire un network da 3 a 5 locali assieme a noi. Devono dimostrare buone capacità gestionali, quindi tendenzialmente imprenditori o ex manager, senza necessariamente una esperienza specifica nella ristorazione.
L’investimento per ogni ristorante va da 500 mila euro a 1 milione di euro circa, a seconda dei costi di impiantistica, di set-up e soprattutto della dimensione e del luogo in cui si trova la location, che viene valutata congiuntamente ai nostri franchisee. Burger King è un’azienda che da sempre ha costruito il proprio modello di business sul franchising e che crede fortemente nel concetto dell’auto miglioramento continuo, in particolare offrendo costantemente nuovi e migliori servizi ai propri affiliati.

Tutto il nostro staff si impegna a garantire ai nostri licenziatari un supporto ampio e continuativo nella gestione e sviluppo del business day by day, nella gestione del conto economico, nel raggiungere l’eccellenza operativa, nel controllo dei costi contestualmente alla massimizzazione della profittabilità, nella formazione e crescita del personale e nell’attuazione di efficienti campagne di marketing”

 

@Redazione AZ Franchising