AZ Franchising: maxi-affissioni nell’area cittadina di Milano

 

AZ Franchising è protagonista a partire dalla data odierna una campagna di maxi-affissioni che coinvolge tutta la città di Milano. La campagna, che durerà fino al 28 settembre 2021 ha lo scopo di promuovere i servizi digitali editoriali della testata AZ Franchising dedicati ai franchisor, così favorendo la loro crescita mediante sistemi a rete. 

L’iniziativa prevede la presenza in 3 siti della città ovvero Corso Garibaldi, Alzaia Naviglio Grande e Piazza XXV Aprile, mediante video ed immagini statiche proiettate su maxi-schermi situate nelle principali aree di passaggio pedonale della città.

L’iniziativa, che anticipa la presenza di AZ Franchising al 36° Salone del Franchising di Milano, ha la finalità di dare visibilità ai nuovi servizi della testata AZ Franchising oltre che accrescere la riconoscibilità del brand, protagonista del mondo del franchising italiano ed internazionale dal 1999. 

Simone Roati è il nuovo CFO di Svicom

Simone Roati entra in Svicom con l’incarico di Chief Financial Officer, andando a rafforzare l’organizzazione aziendale in una delle aree più strategiche.

Roati ha consolidato la sua carriera professionale in prestigiose società di consu- lenza quali EY S.p.A., maturando esperienze nel ruolo di Financial Services Manager in primarie società operanti nel settore finanzia- rio. Ha proseguito poi il suo percorso nelle SGR immobiliari divenendo CFO della società Blue SGR S.p.A.

“Con grande entusiasmo, ho deciso di mettere al servizio di Svicom la mia esperienza ed il mio know how. – spiega Simone Roati – In questi primi giorni ho già avuto conferma del dinamismo e dell’elevata professionalità che caratterizzano tutto il team e che, a mio avviso, sono fra i fattori chiave del successo della società nel Retail Real Estate italiano.”

Simone Roati, Chief Financial Officer di Svicom.

A fare gli onori di casa, Letizia Cantini, General Manager di Svicom: “L’arrivo di Simone Roati rappresenta un tassello fondamentale per la crescita dell’azienda in funzione dei nostri piani strategici di sviluppo. La sua esperienza determina un rafforzamento del nostro team in ambito finance, con l’obiettivo di offrire ai nostri Clienti un servizio di consulenza sempre di alto profilo.”

Informazioni su Svicom

Da 25 anni Svicom offre un servizio di consulenza completo e integrato nell’ambito della valorizzazione di immobili commerciali, affermandosi come una delle aziende leader nel Retail Real Estate italiano. La società vanta un portfolio di 100 asset – per una Gla superiore a 1.3 milioni di mq – che include centri e parchi commerciali, stand alone e high street, food hall, immobili logistici e direzionali.

 

Alle attività di Property, Centre Management e Leasing, si affiancano servizi di:  Technical Services, Advisory, Legal Services e Digital Strategies. Svicom è un’azienda in continua evoluzione, in cui passione e pragmatismo sono gli elementi chiave che ne definiscono l’impronta distintiva.

Contatti per la stampa

Gerardo Monferrato
Email: comunicazione@svicom.com Tel. 02 9999 2000

L’evento digitale come leva di marketing

Di Stefania Giuseppetti

Gli eventi hanno da sempre costituito momenti di grande interesse e coinvolgimento, caratterizzando la nostra storia e la nostra evoluzione.

Il fenomeno che essi rappresentano ha assunto una dimensione sempre più rilevante, fino ad arrivare ad essere utilizzato come leva di marketing. 

Nelle loro molteplici varianti – istituzionali o di prodotto, esclusivi o di massa, culturali o per il business – gli eventi rappresentano lo strumento di comunicazione che meglio si adatta alle esigenze di imprese ed enti che intendono lanciare un nuovo prodotto, promuovere un servizio o un’idea, per trasformare i valori e l’immagine in una User Experience concreta e indimenticabile.

NUOVE SOLUZIONI, NUOVI LUOGHI E NUOVI SPAZI D’INCONTRO

Il 2020, caratterizzato dalla pandemia, ha sconvolto tutto ciò che davamo per scontato: ha cambiato il modo in cui viviamo, lavoriamo, impariamo, facciamo acquisti e giochiamo; ha cambiato il come e il dove sperimentiamo le cose e ci ha costretto a ricorrere a nuove soluzioni, nuovi luoghi e nuovi spazi d’incontro e, soprattutto, nuove esperienze.

Pertanto, le aziende e i brand hanno dovuto fare i conti con un panorama sociale profondamente mutato, che ha riscritto le regole e il modo di vivere le abitudini del consumatore.

Con l’obbligo del distanziamento sociale, dell’isolamento e la conseguente sospensione delle normali attività, anche l’approccio agli eventi ha subito mutazioni radicali, che hanno dato inizio ad una nuova era, fatta di esperienze virtuali e ibride.

I consumi digitali hanno avuto grandi implicazioni sulle nostre abitudini: abbiamo imparato ad interagire con il mondo attraverso uno schermo e tutte quelle piattaforme che già dominavano la vita quotidiana di ognuno di noi, hanno riconfigurato i modelli di business e i comportamenti di consumo.

Le relazioni tra i gruppi umani si sono trasferite online, e online sono stati condivisi gli interessi comuni, il sapere, il desiderio di apprendere, il lavoro e soprattutto la voglia di divertirsi. 

COME CAMBIA L’INDUSTRIA DEL MARKETING

Di fronte a tale cambiamento e lontano dagli spazi fisici, l’industria del marketing è stata capace di sfruttare questa opportunità reinventando la partecipazione del pubblico negli eventi digitali.

Lo spazio è diventato virtuale e la piattaforma online ha costituito il ‘perimetro liquido’ dell’evento all’interno del quale partecipa il suo pubblico. 

Non ci sono format vincolanti: ogni azienda può “costruire” un evento digitale che, a livello strategico e operativo, sia finalizzato al raggiungimento dei suoi obiettivi.

Amazon ha lanciato visite turistiche virtuali attraverso la sua piattaforma Amazon Explore.

I produttori cinesi di veicoli elettrici NIO e Tesla hanno spostato le vendite dai negozi offline al mondo virtuale, scegliendo il live streaming dopo averlo utilizzato mentre i concessionari erano chiusi. 

Anche l’industria della moda ha dimostrato come la tecnologia sia riuscita a supportare le strategie di comunicazione laddove non è stato possibile avvalersi dell’esperienza fisica.

Discord, app nata per gli appassionati di videogiochi, è ormai “il tuo posto per parlare”. Che tu faccia parte di un club scolastico, gruppo di gamer, comunità artistica mondiale, o semplicemente di un piccolo gruppo di amici che vuole passare il tempo assieme, Discord rende più facile chiacchierare ogni giorno e ritrovarsi più spesso.

Di recente, Spotify ha aggiunto il calendario degli eventi virtuali alla sua app, per consentire la visione di performance live in streaming. Inoltre, con la funzionalità “Group Session”, Spotify consente agli utenti di ascoltare la musica in tempo reale insieme ai propri amici. Allo stesso modo YouTube e Twitch lo hanno fatto con i video, come ad esempio quello del rapper americano Travis Scott, che nello scorso anno si è esibito in concerto nell’evento Astronomical su Fortnite, il popolare videogame, attirando 12 milioni di persone.

Così, dopo la sospensione delle manifestazioni dal vivo, i concerti, le anteprime di film, gli spettacoli teatrali, i contenuti formativi, le mostre e le sfilate di moda, tornano ad emozionarci online, per offrire un’esperienza magica e irripetibile senza confini spaziali né temporali.

Secondo la società di rilevazione Nielsen, la propensione dei fan a pagare un biglietto per ascoltare un concerto in streaming è passata dal 28% di luglio 2020 al 50% dello scorso novembre. 

SIA IN PRESENZA, SIA ONLINE, GLI EVENTI RESTERANNO IL MEZZO PIÙ NATURALE PER AVVICINARE LE PERSONE

L’intrattenimento è una potente fonte di ispirazione creativa. Sia in presenza, sia online, gli eventi resteranno il mezzo più naturale per avvicinare le persone, nonostante le distanze, ed emozionarle con interessi affini e complementari, offrendo emozioni memorabili. Performance dal vivo, socializzazione e ambienti virtuali continueranno a fondersi e le piattaforme esistenti si stanno già preparando. 

Quando poi avremo la possibilità di indossare delle lenti a realtà aumentata, si aprirà ai nostri occhi un mondo di esperienze inimmaginabili. Come i chirurghi che, rispetto a dove si trova il loro paziente, riescono ad operare in lontananza indossando guanti e occhiali speciali.

Think green: la nuova visione produttiva delle imprese

di Stefania Giuseppetti **

Con la crescita dell’attenzione verso comportamenti, approcci e abitudini ecosostenibili, anche i consumatori hanno sviluppato una maggiore sensibilità ai temi ambientali. Nasce, così, una visione produttiva e competitiva delle imprese, verso un cammino di maggiore responsabilità sociale e minore impatto sul territorio.

Responsabilità che si traducono in originali strategie di marketing finalizzate alla crescita e al vantaggio competitivo, ma con l’obiettivo di migliorare e tutelare la società ed il pianeta.

Tale scenario ha portato alla diffusione di espressioni come green marketing, marketing sostenibile, marketing ambientale o marketing ecologico: tutte definizioni che enfatizzano l’attenzione sulla salute del nostro “ecosistema”.

Il green marketing: una nuova filosofia dei consumi

Il green marketing, oltre ad essere un modo per salvaguardare il nostro pianeta, rappresenta una nuova filosofia dei consumi per una società più equilibrata e più etica. I comportamenti di consumo ispirati alla cultura del surplus lasciano il posto ai nuovi comportamenti ispirati alla cultura dell’essenzialità. Il consumatore, infatti, è sempre più sensibile allo sviluppo sostenibile e all’impatto ambientale delle aziende che sceglie per soddisfare i propri bisogni e desideri.

Quindi, il green marketing è lo strumento più idoneo per accogliere la domanda proveniente dal mercato e trasformarla in prodotti e servizi ecocompatibili. Può essere realizzato in vari modi: nel processo produttivo e nella distribuzione, attraverso il risparmio energetico, l’impatto ambientale, oppure lo sfruttamento razionale delle risorse; nell’imballaggio, con la riduzione del packaging o il risparmio dei materiali; nello smaltimento attraverso il riciclo o la biodegradabilità.

Le imprese sempre più consapevoli dell’importanza della sostenibilità

La definizione di “sviluppo sostenibile” come “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” [rapporto Brundtland, rilasciato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED)] ha assunto un valore strategico di riferimento per un numero sempre più crescente di imprese, consapevoli della propria responsabilità nell’ambito economico, ambientale e sociale.

L’attenzione e il sostegno per il rispetto dell’ambiente coinvolge sempre di più non solo quelle imprese con una spiccata sensibilità nei confronti delle tematiche ecologiche, ma chiunque abbia il desiderio di intraprendere un cammino di maggiore responsabilità sociale e minore impatto sul territorio.

Sempre più spesso accade di imbattersi in iniziative di co-marketing verde, attraverso le quali acquistando un determinato prodotto si partecipa a sostenere una campagna di solidarietà.

È importante un effettivo riscontro con la realtà

Questa tendenza si è manifestata a causa dell’esigenza di valorizzare e comunicare il ruolo socialmente responsabile delle aziende, ma anche per la nuova propensione del consumatore di premiare l’azienda con la quale riesce ad identificarsi e di cui condivide le azioni, siano esse sociali, ecologiche o simili. Il “pensiero sostenibile” dall’azienda e la conseguente comunicazione devono trovare un effettivo riscontro con la realtà. Think green potrebbe essere il nuovo motto delle aziende, ma soprattutto talk green nell’ottica dell’instaurazione di un dialogo continuativo, dove parlare e ascoltare le esigenze dei propri consumatori rientra nelle attività principali delle aziende che puntano al soddisfacimento e alla fidelizzazione del proprio pubblico.

E proprio grazie alla comunicazione e alla diffusione di stili di vita che promuove il marketing è possibile comunicare nuovi codici di comportamento, maggiormente rispettosi  dell’ambiente,  etici  e  sostenibili.

Il progresso ha sicuramente migliorato le nostre condizioni di vita, ma non ha tenuto conto delle conseguenze sull’ambiente. Infatti, il 2020, oltre ad essere ricordato come l’anno della pandemia, ha chiuso un decennio di temperature record, a testimonianza del riscaldamento globale e di un risultato che appartiene a un modello di sviluppo non più replicabile. Non a caso nei piani di ripresa post-pandemia, una grossa fetta delle risorse è stata stanziata proprio per gli obiettivi “green”.

Tra le imprese orientate alla Corporate social Responsability, Ikea – società svedese tra i maggiori consumatori di legno in tutto il mondo – ha dato prova di una grande coscienza ambientale e, per questo, è anche in cima alle classifiche delle aziende impegnate in attività di green marketing.

Ikea e Calzedonia: campagna sostenibile

“Quanto è sostenibile IKEA? Ebbene, ogni giorno più sostenibile. Con prodotti come hot dog vegetariani, frontali di cucine realizzati con bottiglie di plastica riciclate e soluzioni a risparmio energetico, sta aprendo la strada a case più sostenibili per molti. Crede che le persone debbano sentirsi autorizzate a vivere in modo più sostenibile, motivo per cui si concentra sull’ispirazione al cambiamento con un design del prodotto economico, riciclabile ed efficiente dal punto di vista energetico. Perché “Nessun metodo è più efficace del buon esempio”. [https://www.ikea.com/us/en/this-is-ikea/sustainable-everyday/]

Calzedonia – il noto franchising italiano di abbigliamento, che già nella collezione Autunno/Inverno 2019 aveva lanciato una linea di collant realizzati con l’impiego di un innovativo filato riciclato – produce una linea green creati con tessuti sostenibili e a basso impatto ambientale. Dai calzini ai leggings, fatti di materiali riciclati come il PET e le fibre rinnovabili di origine vegetale proiettano il brand in “un futuro più sostenibile”.

I disegni e i messaggi riprodotti, ad esempio, sui nuovi calzini – come “No More Plastic” con una tartaruga, “Love the Ocean” accompagnato da una balena, “Green is cool” e “Save Water” – hanno l’obiettivo di sensibilizzare i consumatori sul tema del cambiamento climatico. A completare l’impegno green, anche il packaging e le shopping bag sono stati entrambi realizzati con materiali riciclati e riciclabili al 100%.

LinkedIn: un mezzo molto potente per le aziende

Attenzione però all’effetto boomerang. È necessario esserci con informazioni e dati aggiornati. Le aziende devono avere realmente in mente ciò che si vuole dire

di Mattia Nicoletti – Creative marketing strategist and producer – Dreamcatchers Entertainment

Era il lontano 2003 quando è nata Linkedin. Nessun a quel tempo parlava di social network (Facebook sarebbe nata un anno dopo), ma oggi per il mondo business è l’unica piattaforma di networking che ha veramente un valore, perché negli anni (nel 2016 è stata acquistata da Microsoft), ha conservato quella connotazione fondamentale per il mondo B2B, ma non solo. Perché se è vero che le aziende che operano nel settore business to business posso trarne maggiori vantaggi, per le società che vendono i propri prodotti e servizi al consumatore può essere comunque un’opportunità.

Corporate communication
Linkedin è la piazza delle aziende e dei professionisti. Indipendentemente dal settore di riferimento, essere su Linkedin con un profilo e con una pagina aziendale, oggi significa autorevolezza. E’ naturale che sia necessario esserci con informazioni e dati aggiornati, altrimenti la presenza passiva può essere un effetto boomerang. Su Linkedin infatti, un dirigente, un manager, un imprenditore o anche un “semplice” dipendente posso apportare valore a un brand. Comunicare un progetto solidale, presentare un’innovazione o una nuova campagna pubblicitaria ha la potenzialità di rafforzare il brand con i fornitori e con la concorrenza e può creare opportunità di sinergie con aziende operanti in settori complementari.

Job Opportunity
Una delle ragioni per cui Linkedin è molto utilizzato dalle aziende è la ricerca di personale. Quale migliore luogo di quello dove sono raccolti una gran parte dei curricula, soprattutto dei manager, per individuare un profilo necessario all’azienda? Per cercare la persona giusta però, così come accade quando ci si affida a società di recruiting, è importante fare degli investimenti in comunicazione. Quindi se un’azienda ha la necessità di coprire una o più posizioni dell’organico Linkedin, salvo colpi di fortuna, deve investire in una campagna. A differenza però degli altri social, il costo delle campagne di comunicazione su Linkedin hanno un costo superiore, ma se si hanno le idee chiare ( ovvero conoscere come funzionano gli investimenti pubblicitari su Linkedin) può essere un’opportunità da non sottovalutare.

Condividere le proprie idee
All’interno di Linkedin esistono i gruppi che raccolgono aziende e professionisti di settori specifici. Questi luoghi virtuali danno la possibilità di potersi confrontare, anche a livello internazionale, su evoluzioni, problematiche specifiche. Condividere i progetti, un nuovo prodotto o un problema all’interno del settore, oppure anche rispondere a una domanda di uno degli appartenenti del gruppo può essere un modo per accrescere la reputazione e per creare anche in questo caso sinergie per raggiungere l’obiettivo comune. Una regola però da rispettare è quella di contribuire attivamente alle discussioni e di non temere di rivelare chissà quale segreto aziendale perché timorosi di perdere un vantaggio competitivo.

Fare formazione
Linkedin è lo spazio perfetto per organizzare webinar di formazione (e informazione) per aumentare la propria notorietà e la propria reputazione, soprattutto su temi attuali relativi al settore di appartenenza. L’opportunità è quella di raggiungere professionisti che probabilmente hanno più possibilità di partecipare online che in presenza (soprattutto con la tendenza sempre crescente delle riunioni virtuali).

Linkedin è realmente un mezzo molto potente per le aziende a patto che si abbia realmente in mente ciò che si vuole dire. Senza un piano editoriale definito (e questo discorso comunque vale anche per gli altri social network) il rischio è quello di apparire improvvisati e impreparati. Anche i curricula del management devono essere scritti a regola d’arte e curati nei dettagli, perché le persone prima di tutto sono i principali mezzi di comunicazione di un’azienda.

RIPRODUZIONE VIETATA

Prorogato il bonus pubblicità. C’è tempo fino al 30 settembre

Con la pubblicazione nella G.U. del Decreto Legge 25 maggio 2021 n 73 (c.d. “Sostegni-bis) il governo ha aumentato l’importo del fondo per il credito di imposta sugli investimenti pubblicitari.

Questo significa che sarà possibile richiedere ancora il credito di imposta del 50% sugli investimenti pubblicitari presentando una domanda dal il 1° e il 30 settembre 2021.  Restano valide le comunicazioni trasmesse nel periodo compreso tra il 1° e il 31 marzo 2021.

Il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari è concesso, ai medesimi soggetti già contemplati (imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali) per gli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici, anche in formato digitale.

Anche i tuoi investimenti su AZ Franchising rientrano nel Bonus Pubblicità.

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Instagram Shop: cos’è e come funziona

di Stefania Giuseppetti

Il 2020 ha portato cambiamenti epocali che hanno influito sul modo di vivere e sulle abitudini. La trasformazione degli stili di vita ha avuto un impatto anche sulle nostre decisioni di acquisto. E gli acquisti online sono diventati una pratica comune per milioni di persone in tutto il mondo.

L’EVOLUZIONE DI INSTAGRAM

Il digitale è diventato quasi l’unico spazio possibile di relazione umana, educativa, lavorativa e di condivisione in tempo reale. Così l’integrazione tra social network e acquisti online rappresenta per le aziende un mix strategico e una grande opportunità per raggiungere nuovi obiettivi di business.

Infatti, Instagram, il social che ad ottobre del 2020 ha compiuto dieci anni, non ha potuto fare a meno di evolversi e di andare verso la direzione delle vendite online, mettendo a disposizione dei brand nuovi strumenti.

Già nei primi mesi di emergenza dello scorso anno, per supportare le aziende locali e gli imprenditori della ristorazione in difficoltà – account fondamentali della community – sono stati lanciati nelle Stories gli stickers “compra a km 0” e “ordini di cibo”, rispettivamente per taggare il locale che consegna cibo a domicilio o che offre il servizio da asporto e per acquistare le pietanze e farsele recapitare tramite servizi di home delivery (come Deliveroo e Uber Eats).

Dal mese di luglio scorso Instagram ha reso disponibile quanto già Mark Zuckerberg aveva lanciato su Facebook nel pieno boom per l’e-commerce legato al lockdown, ovvero il nuovo “Shop”: uno strumento utile ad aiutare gli imprenditori piegati da mesi di fortissima sofferenza a portare online nelle vetrine virtuali i loro prodotti, ma anche utile ad aiutare quelli che pur avendo un sito e-commerce possono migliorare le prestazioni, aumentare le vendite e l’engagement (il coinvolgimento dell’utente), sfruttando tutte le opportunità di visibilità offerte dal social network.

UN NUOVO MODO PER MOSTRARE ALLE PERSONE MARCHI E PRODOTTI NUOVI E DI TENDENZA

Gord Ray, brand development lead di Instagram ha dichiarato: “Vogliamo aiutare le aziende e i creator di ogni dimensione a crescere sulle nostre piattaforme. Instagram Shop rappresenta un nuovo modo per mostrare alle persone marchi e prodotti nuovi e di tendenza. Speriamo che lo shopping su Instagram diventi una parte importante per aiutare le aziende ad avere successo e vogliamo essere il posto migliore per le persone per fare acquisti proprio nel momento in cui sono ispirati”.

La barra di navigazione del social si è arricchita di una borsetta, da cui si accede a una sezione di foto e video con prodotti destinati alla vendita, selezionati attraverso un algoritmo in base all’interesse dell’utente, ai brand e agli influencer che segue.

TUTTE LE INFORMAZIONI A PORTATA DI CLICK

Gli instagrammer possono consultare il catalogo e gli shoppable post, riconoscibili dall’icona a forma di shopping bag in basso a sinistra dell’immagine condivisa. Cliccando su questa icona sarà possibile accedere alle informazioni relative al prodotto (nome, caratteristiche e costo, ad esempio), aggiungerlo ai prodotti preferiti o alle raccolte personalizzate, oppure, con la nuova feature Checkout, effettuare l’ordine e procedere all’acquisto, senza mai abbandonare l’app.

Instagram Shop consentirà agli utenti di passare in tutta facilità dall’ispirazione all’acquisto in un click. L’intero processo di vendita, dal pagamento all’invio di tutte le informazioni relative all’ordine, come ad esempio le notifiche di spedizione e di consegna, si svolge quindi completamente all’interno della piattaforma.

Inoltre, con il Live Shopping saranno proprio i brand, i creator, gli influencer, le aziende e i professionisti a vendere in tempo reale i prodotti durante le loro dirette. Attraverso dimostrazioni d’uso, consigli, dettagli e curiosità potranno influenzare i comportamenti di acquisto dei consumatori, che, a loro volta, potranno cliccare sugli oggetti di loro interesse, fare domande in diretta, oppure procedere con il pagamento.

LE GUIDE: UNO STRUMENTO PER GLI APPROFONDIMENTI NELL’ACQUISTO

Altra novità sono le Instagram Guides che, sfruttando la parte testuale, puntano allo storytelling, alla narrativa del brand, oppure raccontano i prodotti resi disponibili sulla piattaforma di shopping. Con un taglio editoriale, le Guides permettono di approfondire le descrizioni con le tipiche ‘FAQ’, i tutorial, i consigli o le interviste degli influencer, tutto condito con i classici hashtag e le eventuali menzioni ad altri account.

E se si è a corto di idee per elaborare nuovi post, le Guides possono risultare interessanti per riprendere contenuti condivisi in precedenza e generare nuova interazione.

Le Instagram Guides sono raccolte in un’apposita tab sulla propria pagina, ma possono anche essere condivise nelle Stories o inviate nei messaggi.

Instagram è una vetrina a tutti gli effetti. E proprio come una vetrina è uno strumento strategico per attirare l’attenzione della potenziale clientela, ma in ogni tempo e in qualsiasi luogo.

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Digital Window per creare feeling tra brand e clienti

Le digital windows sono uno strumento di engagement

La digital signage diventa la chiave per una ripartenza dei negozi fisici

Uno strumento di engagement rivolto ai brand per comunicare con i clienti in modo nuovo e diverso attraverso vetrine. Grazie ad un flusso continuo di suggestioni e informazioni, che vanno oltre ai messaggi aziendali puri e ad un nuovo storytelling, le nuove vetrine permettono al cliente di ritornare allo shopping fisico in questo momento di ripresa dei consumi in negozio. Lo propone M-Cube, Gruppo italiano leader nella digitalizzazione dei punti vendita. La Digital Window è molto più di una vetrina digitale: si declina in artwall, (monitor scomposti) e ledwall, a tutto schermo o trasparenti, che supportano i brand nel risolvere la staticità espositiva alzando il sipario su un’interattività ad alto ingaggio. È così che il digital signage diventa la chiave che fa scattare un meccanismo che massimizza i livelli di attenzione.

Qui la soluzione è una sola, la Digital Window. Sotto il cappello digital Window si raccolgono varie soluzioni specifiche, accomunate dalla particolarità di essere installate in vetrina e quindi visibili dall’esterno dello store. Nel passaggio sopra citato abbiamo portato come esempio artwall, ovvero una soluzione che si compone di monitor che possono essere di dimensioni diverse, posizionati in landscape e portrait con l’obiettivo di creare una vetrina più dinamica. La particolarità è che le immagini possono essere scomposte e ogni monitor funzionare autonomamente oppure in sincro, così da creare un’unica grande immagine. Il secondo esempio è il LEDwall, ovvero l’uso della tecnologia LED in vetrina – la superficie è tendenzialmente lineare, e abbiamo la possibilità di ricoprire grandi superfici (vedi la foto allegata al comunicato). I ledwall possono essere anche trasparenti, con l’obiettivo di creare un effetto di see-through.

Obiettivo della Digital Window, indipendentemente dalla soluzione tecnologica scelta, è quello di attirare l’attenzione del cliente sulla vetrina, incuriosirlo e spingerlo a entrare in negozio – in una situazione come quella attuale, in i negozi possono accogliere un numero limitato di clienti, questo diventa uno strumento fondamentale per comunicare con l’esterno, sia da un punto di vista puramente del prodotto che per quanto riguarda le norme di sicurezza applicate in negozio.

Le Digital Window rendono le vetrine connesse e comunicanti: rispetto all’uso di manichini o di una selezione coordinata di prodotti, il videostorytelling trasmesso dai led moltiplica la value proposition dell’offerta, rendendo i messaggi più appealing e permettendo di intercettare il traffico dei passanti con un richiamo oggettivo che, lavorando su più tipologie di contenuto, contribuisce a massimizzare i flussi in negozio.

I consumatori da casa in questi ultimi mesi hanno cambiato mind-set e alzato l’asticella delle loro aspettative: navigando online, si sono abituati a guardare a ciclo continuo informazioni, immagini e video sui loro schermi fissi e mobili, potenziando le loro attitudini omnicanali. Anche la vetrina meglio allestita difficilmente può competere con il digital engagement. Iperesigenti e iperdigitali, i clienti si aspettano che le aziende facciano altrettanto: secondo la ricerca The State of the Connected Customer – Salesforce 2020, quasi 9 italiani su 10 (89%) ritengono che le aziende debbano accelerare sul digitale, mentre quasi 7 italiani su 10 (68%) chiedono alle aziende di potenziare le proprie capacità digitali e di trasformarsi più velocemente, con oltre la metà (54%) che chiede un potenziamento delle metodologie di ingaggio utilizzate dai brand.

Leonardo Comelli, Chief Marketing Officer di M-Cube: “L’emergenza Covid-19 ha indotto una trasformazione culturale profonda dei consumatori e del loro modo di fare acquisti, che non sarà momentanea: secondo gli analisti di McKinsey, 7 persone su 10 (70%) prevedono di continuare se non addirittura aumentare gli acquisti online anche dopo la fine delle restrizioni e quasi un terzo del campione (28%) sostiene di voler evitare del tutto i negozi. Per il settore retail, che impiega 3 milioni e mezzo di addetti e conta 1,2 milioni di imprese, operare in un regime di continui stop&go non è scontato e non è per tutti. Oggi più che mai la vetrina deve trasmettere nuovi valori come la fiducia e la sicurezza, facendo riscoprire alle persone il piacere di tornare in negozio”.

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Franchise Expo Paris conferma che avrà luogo dal 26 al 29 settembre 2021

La Fédération Française de la Franchise e la Reed Expositions France confermano che la Franchise Expo Paris 2021 avrà luogo  dal 26 al 29 settembre 2021, nei paviglioni 2 & 3 del Parc des Expositions de la Porte de Versailles.

Dopo un anno segnato dalla crisi sanitaria, il modello di franchising ha saputo dimostrare la sua forte capacità di resilienza e Franchise Expo Paris 2021 mirerà, ora più che mai, ad aiutare i leader di progetto a concretizzare il loro desiderio di intraprendere e supportare i brand nel loro sviluppo.  Nel 2021, si va verso la ripresa economica! 

Un’edizione attesa…

Rinviato due volte nel 2020, Franchise Expo Paris conferma l’edizione 2021 in via eccezionale dal 26 al 29 settembre prossimo: sono previsti più di 400 espositori per questo evento che lancerà ufficialmente il recupero post Covid-19. Questo entusiasmo a sei mesi dalla data storica della manifestazione ribadisce il posto che Franchise Expo Paris occupa con gli espositori oltre che con i project leader: il punto d’incontro essenziale per la creazione di un’impresa in rete in Francia e a livello internazionale.

Come ogni anno, l’evento presenterà la più ampia scelta di brand qualunque sia il settore di attività: servizi alla persona e alle imprese, auto, elettrodomestici, estetica o anche catering, qualunque sia l’ammontare dell’investimento o il luogo. I brand presenti e i diversi attori che supportano il progetto di creazione d’impresa dovranno soddisfare i candidati in franchising, il cui interesse per questa forma di imprenditorialità continua, anche in tempi di crisi.

“Siamo lieti di annunciare che la prossima edizione di Franchise Expo Paris si svolgerà il prossimo settembre. L’evento fisico sarà accompagnato a monte, durante e dopo da iniziative digitali e consentirà ai responsabili del progetto di prepararsi, formarsi, apprendere e fare la scelta del miglior partner.   Siamo già pronti e stiamo facendo tutto il possibile per rendere Franchise Expo Paris 2021 un vero successo“  Sylvie Gaudy

… in un contesto in cui il modello di franchising si è dimostrato valido!

Poiché i singoli commercianti indipendenti, come molte aziende, continuano ad attraversare una crisi economica senza precedenti a causa della crisi sanitaria, tutti gli esperti concordano sul fatto che il franchising sta emergendo come un modello più solido e resiliente.

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L’editoriale di AZ Franchising di maggio 2021

Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa.

Peter Ferdinand Drucker

Qualità e specializzazione sono le due parole chiavi di questo mese. Sono finiti i tempi dell’improvvisazione. Dopo l’esperienza che abbiamo vissuto in questo lungo periodo la figura dell’imprenditore è sicuramente cambiata. Ne esce fuori un nuovo profilo, un imprenditore preparato e con una solida esperienza alle spalle, alla guida sia di grandi aziende sia di aziende di piccole dimensioni. Quindi modificato non è solo il profilo di chi sta a capo di grandi brand e, nel nostro caso specifico, della Casa Madre, ma anche del negoziante, di chi opera con due o tre punti vendita, spesso anche con un solo negozio. Perché nel franchising anche chi ha un solo negozio, ha la sua piccola impresa. Il mondo è cambiato, questa è una evidenza, quindi è cambiata anche l’impresa e il retail. La domanda che ci dobbiamo porre è sicuramente: ma come saranno i “nuovi” consumatori che varcheranno le soglie dei punti di vendita? E come deve evolvere il retail per interpretare al meglio i bisogni di questi? Siamo in una fase di riassetto e proprio in questa fase bisogna puntare sulla qualità e la specializzazione per fare la differenza e generare valore aggiunto. Elevare la qualità e, in questo preciso momento, aggiungerei anche la sostenibilità, a strategia operativa efficace per la competitività delle aziende è pertanto una sfida prioritaria perché la qualità gioca sempre di più un ruolo strategico per le aziende. In particolare AZ Franchising ha messo in atto un programma, AZ Sustainability, adeguato al mondo dell’affiliazione commerciale, al settore, alle specifiche realtà aziendali in merito all’approfondimento circa gli elementi chiave ESG connessi al già applicato Metodo delle 5 Leve ®, ideato e testato da AZ Franchising. Nel concreto, relativamente ai valori aziendali, vengono analizzati, valutati e migliorati tutti gli aspetti connessi all’etica, alla gestione del rischio e del business in generale che in sostanza si concretizzano, nel caso di specie, nel contratto di affiliazione. I servizi offerti hanno carattere continuativo e tendono a dare risposta ai mutevoli bisogni manifesti di clienti finali, affiliati, partner, investitori, alla luce dei risvolti post pandemici e gettano le basi per attuare, sin da subito, un preciso riposizionamento strategico in virtù delle novità di questi ultimi giorni riferite alle aperture. Obiettivi: voglia di crescere, buone pratiche condivise tra affiliante e affiliato, relazioni più salde tra brand e affiliati, strategia trasparente e rapporto sano e proficuo, riposizionamento del proprio business format. Perché un’assistenza completa convince sia imprenditori che consumatori.

Fabio Pasquali