Il credito di imposta R&S: un vantaggio fiscale

Dott.ssa Francesca Paleari – Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo

 

“Ogni giorno ci chiediamo – Come possiamo rendere felice questo cliente? Come possiamo farlo proseguendo lungo la strada dell’innovazione? – Ce lo domandiamo perché, altrimenti, lo farà qualcun altro.” (Bill Gates).

Per sopravvivenza, fisica e di business.

La stessa Enciclopedia Treccani, come incipit, ci ricorda cosa è l’innovazione, e cioè “… (quel) complesso di attività creative intraprese in modo sistematico sia per accrescere l’insieme delle conoscenze (ivi comprese quelle relative all’essere umano, alla cultura e alla società), sia per utilizzare tali conoscenze per nuove applicazioni. Con r&s (anche r&d, research and development) dal punto di vista del produttore di mercato ci si riferisce a quelle attività realizzate con il proposito di scoprire o sviluppare nuovi prodotti, incluse versioni migliorate di prodotti esistenti, o la scoperta e l’implementazione di nuovi o più efficienti processi di produzione.”

I nuovi dispositivi e tecniche incorporano quantità sempre maggiori di sapere scientifico; allo stesso tempo il lavoro di r. si avvale di potenti strumenti, messi a punto con sofisticate tecnologie che consentono di studiare i fenomeni naturali a livelli di analisi precedentemente irraggiungibili.

La stessa Unione Europea riconosce il carattere extra-ordinario di queste attività: sin dall’inizio degli anni ’80, fino all’affermarsi della globalizzazione alla fine degli anni ’90, la competizione sui mercati dei prodotti tecnologicamente avanzati si è fatta più acuta, soprattutto per la concorrenza esercitata dai Paesi emergenti. Questo inasprimento della competizione internazionale ha obbligato i Paesi dell’Unione Europea (UE) a intensificare la cooperazione nel campo della ricerca.

Nel 1984 la Comunità Europea ha lanciato il primo Programma quadro di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica con l’obiettivo di stimolare e consolidare la capacità competitiva del sistema industriale europeo, favorendo una maggiore armonizzazione delle politiche nazionali e costituendo un supporto scientifico delle successive politiche dell’Unione Europea.

Il ruolo dei governi nel finanziamento del settore r&s ha subito una importante trasformazione. A partire dagli anni 2000, inoltre, molti enti pubblici di ricerca, in primis le università, hanno intensificato la collaborazione con le imprese sfruttando i risultati derivanti dalle attività congiunte di r&s. L’indicatore più usato per il confronto internazionale delle risorse destinate a r&s è rappresentato dalla percentuale di spesa per r&s rispetto al Prodotto Interno Lordo ( PIL) di ciascun Paese, e cioè dalla quota della ricchezza prodotta che viene investita nell’acquisizione di nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche.

Da qui, l’implementazione di queste linee guida europee, ha portato (obbligato?) i Governi nazionali ad attuare politiche attive di sostegno a queste attività; in Italia, il MISE – Ministero dello Sviluppo Economico, ha fortemente finanziato e rimodulato diverse misure in tal senso, tra cui, la più importante e significativa: il Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design.

Ma quali sono i reali vantaggi per chi “innova” oltre che intraprendere?

Anzitutto la misura prevede 3 grandi macroaree racchiuse nell’attività R&S:

  1. Attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico,
  2. Attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati;
  3. Attività di design e ideazione estetica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica, e altri individuati con successivo decreto ministeriale.

Per ciascuna macroarea, il credito d’imposta prevede una data % che analizzeremo a breve.

Questo “vantaggio fiscale” (appunto, un “credito” sulle imposte) è utilizzabile esclusivamente in compensazione in tre quote annuali di pari importo a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione. La base di calcolo del credito d’imposta deve essere assunta al netto delle altre sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili.

Nel rispetto dei massimali indicati, e a condizione della separazione analitica dei progetti e delle spese ammissibili pertinenti alle diverse tipologie di attività, è possibile applicare il beneficio anche per più attività ammissibili nello stesso periodo d’imposta.

Quali sono i soggetti che possono usufruire di questa opportunità?

Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.

Sono escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale. Sono inoltre escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive. 

Come si può accedere a questa misura?

Il credito si applica alle spese in Ricerca, Sviluppo, Innovazione e Design sostenute nel periodo di imposta preso in esame (quest’anno, per i bilanci approvati entro il 30/06/2021, il periodo di riferimento è l’esercizio contabile 2020).

Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili deve risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro. Le imprese, inoltre, sono tenute a redigere e conservare una relazione tecnica che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte. Le imprese che intendono fruire dell’agevolazione sono tenute ad effettuare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico. Il modello, il contenuto, le modalità e i termini di invio della comunicazione saranno stabiliti con apposito decreto direttoriale. La comunicazione è richiesta al solo fine di acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative.

La Legge n. 178/2020 (art. 1, c. 1064) – Incremento misura del credito d’imposta ha, fortunatamente ed in un quadro strategico e contingente, aumentato le % del credito di imposta riferite alle diverse attività di R&S sopra citate, specificatamente:

Tipologia credito

Ricerca e sviluppo

  • 2020 12% (max 4 Ml€)
  • 2021 20% (max 4 Ml€)

Innovazione tecnologica

  • 2020 6% (max 1,5 Ml€)
  • 2021 10% (max 2 Ml€)

Design e ideazione estetica

  • 2020 6% (max 1,5 Ml€)
  • 2021 10% (max 2 Ml€)

Innovazione tecnologica per transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0

  • 2020 10% (max 1,5 Ml€)
  • 2021 15% (max 2 Ml€)

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Bando Invitalia: nuove imprese a tasso 0

Dott.ssa Francesca Paleari – Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo*

“Coronavirus, Istat: 73mila imprese chiuse, 17mila non riapriranno” (Fonte IlSole24ore). L’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia ancora in corso ha avuto, e soprattutto avrà, un impatto catastrofico sull’economia italiana e sulla sopravvivenza di un numero impressionante di imprese. In alcuni settori, si parla almeno del 30% di attività a rischio, nonostante le misure e le politiche messe in atto dal Governo e dall’Unione Europea. Le ore di cassa integrazione utilizzate parlano da sole; i miliardi di liquidità iniettati pro-tempore nelle casse delle aziende non saranno purtroppo sufficienti a mantenerle aperte.

In controtendenza con questo scenario, proprio perché nei momenti di crisi oltre ai drammi si sviluppano sempre enormi nuove opportunità, analizziamo in questo numero un bando di Invitalia che sta riscuotendo un enorme successo in termini di domane presentate: Nuove imprese a tasso zero.

DARE IMPULSO ALLA CRESCITA ECONOMICA

Mission di Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia, è da sempre quello di dare impulso alla crescita economica del nostro Paese, attraverso progetti sia in settori strategici, sia per il rilancio delle aree di crisi e del Mezzogiorno. Attraverso la gestione degli incentivi nazionali, vuole favorire la nascita di nuove imprese e di startup innovative, finanziando grandi e piccoli progetti e rivolgendosi ad imprenditori con concreti piani di sviluppo.

Nuove Imprese a Tasso Zero è, appunto, un incentivo promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico che vuole sostenere la creazione (o lo sviluppo) di piccole imprese composte in prevalenza o totalmente da giovani tra i 18 e i 35 anni oppure da donne di tutte le età. Questa agevolazione prevedono un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto per progetti d’impresa con spese fino a 3 milioni di euro, che può coprire fino al 90% delle spese totali ammissibili.

MODI E MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

I piani di impresa devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono essere conclusi entro 24 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento. L’incentivo è a sportello: non ci sono graduatorie né scadenze. Le domande sono esaminate in base all’ordine di arrivo. Invitalia valuta i business plan, concede i finanziamenti e monitora la realizzazione dei progetti.

Ma entriamo nel dettaglio del bando, partendo dalla identificazione dei destinatari.

Nuove Imprese a Tasso Zero si rivolge appunto alle micro e piccole imprese composte in prevalenza da giovani tra i 18 e i 35 anni o da donne di tutte le età, su tutto il territorio nazionale. Sono ammissibili le imprese che abbiano una compagine sociale composta per almeno il 51% da giovani under 35 e da donne di tutte le età. La maggioranza si riferisce sia al numero di componenti donne e/giovani presenti nella compagine sociale sia alle quote di capitale detenute. Accedono al finanziamento le imprese costituite entro i 5 anni precedenti con regole e modalità differenti a seconda che si tratti imprese costituite da non più di 3 anni o da imprese costituite da almeno 3 anni e da non più di 5. Anche le persone fisiche possono presentare domanda di finanziamento, con l’impegno di costituire la società dopo l’eventuale ammissione alle agevolazioni

Entriamo ora nello specifico delle spese che possono essere finanziate.

Le tipologie (o classi) di spesa deve essere sostenute per creare nuovi progetti ma anche per trasformare attività esistenti. La copertura delle spese ammissibili può arrivare al 90% da rimborsare in 10 anni, senza richiesta di garanzie per finanziamenti inferiori a 250 mila euro (è invece richiesta una garanzia per finanziamenti > 250 mila euro o per l’acquisto di un immobile). I piani di impresa devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono essere conclusi entro 24 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento. Sono previste due linee di finanziamento con programmi di spesa e regime di aiuti diversi, a seconda che le imprese siano costituite da non più di 3 anni oppure da almeno 3 e non più di 5 anni. Nel primo caso (imprese costituite da non più di 3 anni) i progetti di investimento devono avere un valore massimo pari ad 1,5 milioni di euro; il finanziamento potrà coprire al massimo il 90% delle spese e potrà essere rimborsato in massimo 10 anni. La quota massimo di contributo a fondo perduto potrà essere del 20% delle spese ammesse.

Vediamo ora un esempio concreto delle classi di spesa ammissibili:

  • Opere murarie e assimilate (30% investimento ammissibile);
  • Macchinari, impianti e attrezzature;
  • Programmi informatici e servizi per l’ICT;
  • Brevetti, licenze e marchi;
  • Consulenze specialistiche (5% investimento ammissibile);
  • Spese connesse alla stipula del contratto di finanziamento;
  • Spese per la costituzione della società.

Nel secondo caso citato (imprese tra i 3 e i 5 anni), potranno essere invece presentati progetti che prevedono spese per investimento fino a 3 milioni di euro, per realizzare, ampliare, diversificare o trasformare le attività già esistenti. In questo caso, il contributo a fondo perduto non potrà superare il 15% delle spese ammissibili, tra cui:

  • Acquisto di immobili solo nel settore turistico (40% investimento ammissibile);
  • Opere murarie e assimilate (30% investimento ammissibile);
  • Macchinari, impianti e attrezzature;
  • Programmi informatici;
  • Brevetti, licenze e marchi.

Alcuni numeri di questa iniziativa, attiva dal 2016:

  • 3.541 business plan presentati, per 1,371 mld di eur di investimenti previsti, pari a 992 mln di agevolazioni richieste;
  • le iniziative finanziate sono state (dati al 01/04/2021) 575, per 188 mln di investimenti attivati e 131 mln di euro a Agevolazioni concesse.

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RIPRODUZIONE VIETATA

  • Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step: dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. Per informazioni:
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Nuovo Selfiemployment: in aiuto dell’imprenditoria femminile

*Di Francesca Paleari – Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo

Donne e impresa, il divario, in questo 2020, non solo non si è ridotto, ma la crisi economica derivante dalla pandemia Covid, purtroppo, l’ha acutizzato ancor di più.

Il Nuovo Selfiemployment è un prestito a tasso zero per giovani, donne e disoccupati. L’incentivo è rivolto ai NEET, donne inattive e disoccupati di lunga durata con una forte attitudine al lavoro autonomo e all’imprenditorialità e che hanno voglia di mettersi in gioco. Per poter accedere al finanziamento bisogna essere residenti nel territorio nazionale e appartenere a una delle seguenti categorie:

  • NEET (Not in Education, Employment or Training), vale a dire persone maggiorenni che al momento della presentazione della domanda si sono iscritti al programma Garanzia Giovani entro il 29esimo anno di età e non sono impegnati in altre attività lavorative e in percorsi di studio o di formazione professionale;
  • donne inattive, vale a dire donne maggiorenni che al momento della presentazione della domanda non risultano essere occupate in altre attività lavorative;
  • disoccupati di lunga durata, vale a dire persone maggiorenni che al momento della presentazione della domanda non risultano essere occupati in altre attività lavorative ed hanno presentato da almeno 12 mesi una dichiarazione di disponibilità al lavoro (DID).

Le donne inattive e i disoccupati di lunga durata non necessitano di essere iscritti a Garanzia Giovani.

Quali sono le iniziative ammesse? Anzitutto, possono chiedere i finanziamenti le seguenti realtà:

  • imprese individuali; società di persone; società cooperative/cooperative sociali, composte al massimo da 9 soci, sia già costituite da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda, purché inattive, sia non ancora costituite, a condizione che vengano costituite entro 90 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni;
  • associazioni professionali e società tra professionisti costituite da non più di 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda, purché inattive

Cosa finanzia? il Nuovo Selfiemployment finanzia con prestiti a tasso zero l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali, promosse da NEET, donne inattive e disoccupati di lungo periodo, su tutto il territorio nazionale.

Le domande possono essere inviate dalle ore 12.00 del 22 febbraio 2021; non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le richieste di finanziamento vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo. Questa misura è a valere sulle risorse del Fondo Rotativo Nazionale Selfiemployment gestito da Invitalia nell’ambito del Programma Garanzia Giovani, sotto la supervisione dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL).

NUMBERS

L’agevolazione consiste in un intervento finanziario pari al 100% dei progetti di investimento con un importo compreso tra 5.000 e 50.000 euro, in 3 diverse tipologie di finanziamenti:

  • microcredito da 5.000 a 25.000 euro
  • microcredito esteso da 25.001 a 35.000 euro
  • piccoli prestiti da 35.001 a 50.000 euro (senza interessi, senza garanzie, rimborsabili in 7 anni con rate mensili, 12 mesi di preammortamento).

SPESE ED ATTIVITÀ

Possono essere finanziate le iniziative in tutti i settori della produzione di beni, fornitura di servizi e commercio, anche in forma di franchising, come ad esempio turismo (alloggio, ristorazione, servizi) e servizi culturali e ricreativi, servizi alla persona, servizi per l’ambiente, commercio, ICT. Tra le classi di spesa, possono essere finanziate spese quali strumenti, attrezzature e macchinari, hardware e software, opere murarie (entro il limite del 10% del totale delle spese in investimento ammesse), spese di gestione (ad esempio locazione di beni immobili, utenze, comunicazione, materie prime, salari e stipendi).

TIMING

Una volta ottenuto il prestito, l’assegnatario deve impegnarsi a costituire la società entro 3 mesi e completare il progetto finanziato entro 18.

Sempre in ambito di imprenditorialità femminile, da segnalare le Misure per l’autoimprenditorialità – Nuove imprese a tasso zero, gestito dal MISE, Ministero dello Sviluppo Economico. La principale novità di questa iniziativa è che non è più rivolta prevalentemente ai giovani fino a 35 anni, ma anche alle donne indipendentemente dall’età; inoltre, particolare non da poco, è applicabile non più nelle sole aree svantaggiate ma in tutto il territorio nazionale. Questa misura non prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto, ma solo la concessione di mutui agevolati a tasso zero, per investimenti fino a 1,5 milioni di euro (per singola impresa). Possono presentare la domanda di accesso alle agevolazioni le imprese costituite al massimo da 12 mesi e anche le persone fisiche che intendono costituire una società.I progetti agevolabili devono prevedere investimenti nei seguenti settori principali: produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli; fornitura di servizi, in qualsiasi settore; commercio e turismo.

Le donne ci sono, Obiettivo Sviluppo anche.

Smart Money: l’incentivo per le nuove start up innovative

A cura della Dott.ssa Francesca Paleari – Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo*

La misura SMART MONEY nasce con il principale obiettivo di facilitare l’incontro tra startup innovative e la rete degli incubatori e degli altri soggetti abilitati, per rafforzare la presenza delle startup in Italia e supportare le potenzialità delle imprese innovative in difficoltà nell’affrontare l’emergenza epidemiologica da COV1D-19.

È riservata sia a start up innovative attive da meno di 24 mesi, di piccole dimensioni, ed aventi sede in Italia, sia a persone fisiche che si impegnino a costituire la società entro 30 giorni dall’eventuale ammissione alle agevolazioni.

L’incentivo prevede due tipologie di sostegno:

  • Linea di intervento 1: contributo a fondo perduto per acquistare i servizi specialistici offerti dai rappresentanti dell’ecosistema dell’innovazione quali incubatori certificati ed acceleratori, innovation hub ed organismi di ricerca. Nello specifico, potranno essere acquistati servizi inerenti alla consulenza organizzativa, gestione della proprietà intellettuale, prototipazione, supporto nell’autovalutazione della maturità digitale, sviluppo e scouting di tecnologie e lavori preparatori per campagne di crowfunding.

I progetti dovranno contenere una soluzione innovativa, essere nella fase di individuazione del mercato o vicini alla fase di test del mercato, con lo sviluppo di un prototipo o con la prima sperimentazione del prodotto o servizio per misurare il gradimento dei potenziali clienti e/o investitori. Dovranno inoltre avere durata minima di almeno 12 mesi.

L’agevolazione prevede un contributo a fondo perduto per un importo massimo di 10.000 euro che può coprire fino all’80% delle spese ammissibili.

Il contributo è riconosciuto ai sensi del “de minimis”.

  • Linea di intervento 2: questa forma di sostegno è riservata alle start up innovative che hanno portato a termine il piano di attività previsto dalla linea di intervento 1. Si tratta di un contributo a fondo perduto che viene concesso qualora l’impresa abbia ottenuto capitali di rischio da parte di enti abilitati, investitori qualificati o business angels per finanziare i loro piani di sviluppo. L’operazione in questione dovrà essere in equity e di importo superiore a 10.000 Euro. Non dovrà raggiungere la quota di maggioranza del capitale sociale e garantire una permanenza di almeno 18 mesi. Il contributo è pari al 100% dell’investimento, con una soglia massima di 30.000 Euro. 

Con successivo provvedimento saranno comunicati tempi e modi per poter presentare la domanda.

RIPRODUZIONE RISERVATA – Articolo completo nell’ultimo numero di AZ Franchising

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Bonus Pubblicità 2021: dal 1° al 31 marzo il termine per l’invio delle domande

Dal 1° marzo 2021 è possibile presentare le domande per accedere al bonus pubblicità per l’anno 2021

Il Bonus Pubblicità è un credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari riconosciuto a imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali.

Le campagne pubblicitarie devono esssere effettuate:

  • sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, registrati presso il Tribunale, ovvero presso il ROC, e dotati del Direttore responsabile.
  • sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali, iscritte al ROC

Il bonus pubblicità è stabilito nella misura unica del 50% del valore degli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici, anche online, entro il medesimo tetto di spesa pari a € 50 milioni annui.

Come fare richiesta del Bonus Pubblicità

La Legge di Bilancio 2021, il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria ha aggiornato il modulo e istruzioni per la richiesta del bonus pubblicità. Il procedimento è previsto in due fasi:

  1. a partire dal 1° e fino al 31 marzo 2021 la prima fase della procedura per fare domanda, con la comunicazione degli investimenti pubblicitari effettuati o da effettuare nel corso del 2021 e per i quali si richiede l’accesso al credito d’imposta;
  2. dal 1° al 31 gennaio 2022 si passa poi alla seconda fase della domanda, ovvero la conferma degli investimenti effettuati, mediante la dichiarazione sostitutiva.

Come presentare la comunicazione del bonus pubblicità

Utilizzando i servizi disponibili nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate, accedendo tramite:

  • Spid;
  • Carta nazionale dei servizi (CNS);
  • Cartà di identità elettronica (CIE);
  • entratel e fisconline

Le modalità con cui trasmettere la richiesta

  • direttamente, da parte dei soggetti abilitati ai servizi telematici dell’Agenzia delle entrate;
  • tramite una società del gruppo, se il richiedente fa parte di un gruppo societario;
  • tramite gli intermediari abilitati.

Si ricorda, infine, che in caso di presentazione di più domande per l’accesso al credito d’imposta relative allo stesso anno, è ritenuta valida l’ultima trasmessa entro il termine di presentazione (31 marzo).

Redazione AZ Franchising

Italia 2020: la digital transformation è realtà

ITALIA 2020: LA DIGITAL TRANSFORMATION È REALTÀ

*A cusa della Dott.ssa Francesca Paleari –  Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo

Il cambiamento organizzativo è sempre alla base di ogni trasformazione del business, non solo digitale. Modificare la natura di una organizzazione significa cambiare totalmente l’approccio del modo di lavorare e pensare.

Analizziamo in questo numero una politica impegnativa ma necessaria: il bando Mise Digital Trasformation.

L’Italia soffre strutturalmente ed è in un ritardo cronico sull’aggiornamento e sullo sviluppo del digitale e di tutte le infrastrutture che ruotano attorno a questa tematica.

Ma di cosa si tratta?

Come cita il sito ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico, dobbiamo partire dalle basi.

Quando si parla di digitale il significato spesso è frainteso; se parliamo di trasformazione digitale (“intesa come percorso “rivoluzionario” all’interno delle organizzazioni”) lo è ancor di più.

Nell’era dell’informatica, “il significato di digitale è quello di informazioni trasportate in codice binario, a cifra 0-1 (digit in inglese significa cifra e deriva dal latino digitus, che fa riferimento alle dita delle mani utilizzate per contare)”.

Oggi, “digitale” viene considerato come sinonimo di “numerico”, ma si contrappone invece alla forma di rappresentazione dell’informazione detta analogica, che non è analizzabile entro un insieme finito di elementi. Un oggetto (o un processo) viene digitalizzato, cioè reso digitale, se il suo stato originario (analogico) viene “tradotto” e rappresentato mediante un insieme numerabile di elementi.

Questa premessa era ed è obbligatoria da un punto di vista didattico, per coglierne la natura etimologica del termine, al fine di coglierne il significato di “politica” e di strumento che il Governo ci mette a disposizione.

Con Decreto direttoriale 9 giugno 2020, è stato disciplinato l’intervento agevolativo sulla Digital Transformation istituito all’articolo 29, commi da 5 a 8, del Decreto crescita, e finalizzato a sostenere la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese attraverso la realizzazione di progetti diretti all’implementazione delle tecnologie abilitanti individuate nel Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di altre tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera.

BENEFICIARI

Tutte le PMI con i seguenti requisiti, possono partecipare a questo bando, presentando domanda. Le imprese interessate, devono tassativamente:

  • Essere iscritte come attive nel Registro delle imprese;
  • Operare in via prevalente o primaria nel settore manifatturiero e/o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere e/o nel settore turistico e/o nel settore del commercio;
  • Aver conseguito, nell’esercizio cui si riferisce l’ultimo bilancio approvato e depositato, un importo dei ricavi delle vendite e delle prestazioni pari almeno a euro 100.000,00;
  • Disporre di almeno due bilanci approvati e depositati presso il Registro delle imprese;
  • Non essere sottoposte a procedura concorsuale e non si trovano in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente.

Le PMI possono anche presentare un progetto congiuntamente tra loro (max in numero comunque non superiore a dieci imprese).

I progetti devono essere realizzati mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete o ad altre forme contrattuali di collaborazione, compresi il consorzio e l’accordo di partenariato in cui figuri, come soggetto promotore capofila, un DIH-digital innovation hub o un EDI-ecosistema digitale per l’innovazione, di cui al Piano nazionale Impresa 4.0.

SETTORI AMMESSI

Le attività delle PMI, per poter accedere alle agevolazioni, devono essere in via prevalente/primaria quelle del settore manifatturiero e/o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere, nonché, al fine di accrescerne la competitività e in via sperimentale per gli anni 2019-2020, quelle del settore turistico (digitalizzazione della fruizione dei beni culturali, anche in un’ottica di maggiore accessibilità e in favore di soggetti disabili).

SPESE FINANZIABILI

I progetti ammissibili alle agevolazioni devono essere diretti alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi dei soggetti proponenti mediante l’implementazione di :

  • tecnologie abilitanti individuate dal Piano nazionale impresa 4.0. (advanced manufacturing solutions, additive manufacturing, realtà aumentata, simulation, integrazione orizzontale e verticale, industrial internet, cloud, cybersecurity, big data e analytics) e/o;
  • tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera, finalizzate:

1) all’ottimizzazione della gestione della catena di distribuzione e della gestione delle relazioni con i diversi attori;

2) al software;

3) alle piattaforme e applicazioni digitali per la gestione e il coordinamento della logistica con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio;

4) ad altre tecnologie, quali sistemi di e-commerce, sistemi di pagamento mobile e via internet, fintech, sistemi elettronici per lo scambio di dati (electronic data interchange-EDI), geolocalizzazione, tecnologie per l’in-store customer experience, system integration applicata all’automazione dei processi, blockchain, intelligenza artificiale, internet of things.

Tutti i progetti, quindi, devono assolutamente avere come oggetto principale o attività di innovazione di processo/organizzazione o investimenti.

NUMBERS:

  • L’importo di spesa minimo deve essere non inferiore a euro 50.000,00, mentre il massimo non deve essere superiore a 500.000,00;
  • Durata del progetto: non superiore a 18 mesi dalla data del provvedimento di concessione delle agevolazioni;
  • Le risorse finanziarie per la concessione delle agevolazioni ammontano a euro 100.000.000,00.

Per entrambe le tipologie di progetto ammissibili a beneficio le agevolazioni sono concesse sulla base di una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili pari al 50 percento, articolata come segue:

  • 10 percento sotto forma di contributo;
  • 40 percento come finanziamento agevolato.

Regime di aiuto: “de minimis”.

Termini e modalità di presentazione delle istanze: dalle ore 12.00 del 15 dicembre 2020.

Obiettivo Sviluppo c’è

Obiettivo Sviluppo nasce per dare una risposta concreta alle esigenze degli imprenditori italiani che negli anni si sono sempre avvicinati al mondo delle agevolazioni pubbliche, dei mercati globali, delle partnership, senza riuscire a fare il next step : dall’idea all’execution. Con il progetto UP, il team entra nel vivo di questi argomenti, liberando imprenditori e manager dall’operatività di queste azioni, lasciandoli liberi di fare il loro lavoro e sviluppare il loro core business. I campi di azioni sono: Finanza agevolata, internazionalizzazione, networking. Settori di intervento: agricoltura, agroindustria/agroalimentare, artigianato, commercio, cultura, industria, pubblico, servizi/No Profit, turismo. francesca@obiettivosviluppo.com