Digital Window per creare feeling tra brand e clienti

Le digital windows sono uno strumento di engagement

La digital signage diventa la chiave per una ripartenza dei negozi fisici

Uno strumento di engagement rivolto ai brand per comunicare con i clienti in modo nuovo e diverso attraverso vetrine. Grazie ad un flusso continuo di suggestioni e informazioni, che vanno oltre ai messaggi aziendali puri e ad un nuovo storytelling, le nuove vetrine permettono al cliente di ritornare allo shopping fisico in questo momento di ripresa dei consumi in negozio. Lo propone M-Cube, Gruppo italiano leader nella digitalizzazione dei punti vendita. La Digital Window è molto più di una vetrina digitale: si declina in artwall, (monitor scomposti) e ledwall, a tutto schermo o trasparenti, che supportano i brand nel risolvere la staticità espositiva alzando il sipario su un’interattività ad alto ingaggio. È così che il digital signage diventa la chiave che fa scattare un meccanismo che massimizza i livelli di attenzione.

Qui la soluzione è una sola, la Digital Window. Sotto il cappello digital Window si raccolgono varie soluzioni specifiche, accomunate dalla particolarità di essere installate in vetrina e quindi visibili dall’esterno dello store. Nel passaggio sopra citato abbiamo portato come esempio artwall, ovvero una soluzione che si compone di monitor che possono essere di dimensioni diverse, posizionati in landscape e portrait con l’obiettivo di creare una vetrina più dinamica. La particolarità è che le immagini possono essere scomposte e ogni monitor funzionare autonomamente oppure in sincro, così da creare un’unica grande immagine. Il secondo esempio è il LEDwall, ovvero l’uso della tecnologia LED in vetrina – la superficie è tendenzialmente lineare, e abbiamo la possibilità di ricoprire grandi superfici (vedi la foto allegata al comunicato). I ledwall possono essere anche trasparenti, con l’obiettivo di creare un effetto di see-through.

Obiettivo della Digital Window, indipendentemente dalla soluzione tecnologica scelta, è quello di attirare l’attenzione del cliente sulla vetrina, incuriosirlo e spingerlo a entrare in negozio – in una situazione come quella attuale, in i negozi possono accogliere un numero limitato di clienti, questo diventa uno strumento fondamentale per comunicare con l’esterno, sia da un punto di vista puramente del prodotto che per quanto riguarda le norme di sicurezza applicate in negozio.

Le Digital Window rendono le vetrine connesse e comunicanti: rispetto all’uso di manichini o di una selezione coordinata di prodotti, il videostorytelling trasmesso dai led moltiplica la value proposition dell’offerta, rendendo i messaggi più appealing e permettendo di intercettare il traffico dei passanti con un richiamo oggettivo che, lavorando su più tipologie di contenuto, contribuisce a massimizzare i flussi in negozio.

I consumatori da casa in questi ultimi mesi hanno cambiato mind-set e alzato l’asticella delle loro aspettative: navigando online, si sono abituati a guardare a ciclo continuo informazioni, immagini e video sui loro schermi fissi e mobili, potenziando le loro attitudini omnicanali. Anche la vetrina meglio allestita difficilmente può competere con il digital engagement. Iperesigenti e iperdigitali, i clienti si aspettano che le aziende facciano altrettanto: secondo la ricerca The State of the Connected Customer – Salesforce 2020, quasi 9 italiani su 10 (89%) ritengono che le aziende debbano accelerare sul digitale, mentre quasi 7 italiani su 10 (68%) chiedono alle aziende di potenziare le proprie capacità digitali e di trasformarsi più velocemente, con oltre la metà (54%) che chiede un potenziamento delle metodologie di ingaggio utilizzate dai brand.

Leonardo Comelli, Chief Marketing Officer di M-Cube: “L’emergenza Covid-19 ha indotto una trasformazione culturale profonda dei consumatori e del loro modo di fare acquisti, che non sarà momentanea: secondo gli analisti di McKinsey, 7 persone su 10 (70%) prevedono di continuare se non addirittura aumentare gli acquisti online anche dopo la fine delle restrizioni e quasi un terzo del campione (28%) sostiene di voler evitare del tutto i negozi. Per il settore retail, che impiega 3 milioni e mezzo di addetti e conta 1,2 milioni di imprese, operare in un regime di continui stop&go non è scontato e non è per tutti. Oggi più che mai la vetrina deve trasmettere nuovi valori come la fiducia e la sicurezza, facendo riscoprire alle persone il piacere di tornare in negozio”.

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