Il credito di imposta R&S

Il credito di imposta R&S: un vantaggio fiscale

Dott.ssa Francesca Paleari – Founder & General Manager Obiettivo Sviluppo

 

“Ogni giorno ci chiediamo – Come possiamo rendere felice questo cliente? Come possiamo farlo proseguendo lungo la strada dell’innovazione? – Ce lo domandiamo perché, altrimenti, lo farà qualcun altro.” (Bill Gates).

Per sopravvivenza, fisica e di business.

La stessa Enciclopedia Treccani, come incipit, ci ricorda cosa è l’innovazione, e cioè “… (quel) complesso di attività creative intraprese in modo sistematico sia per accrescere l’insieme delle conoscenze (ivi comprese quelle relative all’essere umano, alla cultura e alla società), sia per utilizzare tali conoscenze per nuove applicazioni. Con r&s (anche r&d, research and development) dal punto di vista del produttore di mercato ci si riferisce a quelle attività realizzate con il proposito di scoprire o sviluppare nuovi prodotti, incluse versioni migliorate di prodotti esistenti, o la scoperta e l’implementazione di nuovi o più efficienti processi di produzione.”

I nuovi dispositivi e tecniche incorporano quantità sempre maggiori di sapere scientifico; allo stesso tempo il lavoro di r. si avvale di potenti strumenti, messi a punto con sofisticate tecnologie che consentono di studiare i fenomeni naturali a livelli di analisi precedentemente irraggiungibili.

La stessa Unione Europea riconosce il carattere extra-ordinario di queste attività: sin dall’inizio degli anni ’80, fino all’affermarsi della globalizzazione alla fine degli anni ’90, la competizione sui mercati dei prodotti tecnologicamente avanzati si è fatta più acuta, soprattutto per la concorrenza esercitata dai Paesi emergenti. Questo inasprimento della competizione internazionale ha obbligato i Paesi dell’Unione Europea (UE) a intensificare la cooperazione nel campo della ricerca.

Nel 1984 la Comunità Europea ha lanciato il primo Programma quadro di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica con l’obiettivo di stimolare e consolidare la capacità competitiva del sistema industriale europeo, favorendo una maggiore armonizzazione delle politiche nazionali e costituendo un supporto scientifico delle successive politiche dell’Unione Europea.

Il ruolo dei governi nel finanziamento del settore r&s ha subito una importante trasformazione. A partire dagli anni 2000, inoltre, molti enti pubblici di ricerca, in primis le università, hanno intensificato la collaborazione con le imprese sfruttando i risultati derivanti dalle attività congiunte di r&s. L’indicatore più usato per il confronto internazionale delle risorse destinate a r&s è rappresentato dalla percentuale di spesa per r&s rispetto al Prodotto Interno Lordo ( PIL) di ciascun Paese, e cioè dalla quota della ricchezza prodotta che viene investita nell’acquisizione di nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche.

Da qui, l’implementazione di queste linee guida europee, ha portato (obbligato?) i Governi nazionali ad attuare politiche attive di sostegno a queste attività; in Italia, il MISE – Ministero dello Sviluppo Economico, ha fortemente finanziato e rimodulato diverse misure in tal senso, tra cui, la più importante e significativa: il Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design.

Ma quali sono i reali vantaggi per chi “innova” oltre che intraprendere?

Anzitutto la misura prevede 3 grandi macroaree racchiuse nell’attività R&S:

  1. Attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico,
  2. Attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati;
  3. Attività di design e ideazione estetica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica, e altri individuati con successivo decreto ministeriale.

Per ciascuna macroarea, il credito d’imposta prevede una data % che analizzeremo a breve.

Questo “vantaggio fiscale” (appunto, un “credito” sulle imposte) è utilizzabile esclusivamente in compensazione in tre quote annuali di pari importo a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione. La base di calcolo del credito d’imposta deve essere assunta al netto delle altre sovvenzioni o dei contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili.

Nel rispetto dei massimali indicati, e a condizione della separazione analitica dei progetti e delle spese ammissibili pertinenti alle diverse tipologie di attività, è possibile applicare il beneficio anche per più attività ammissibili nello stesso periodo d’imposta.

Quali sono i soggetti che possono usufruire di questa opportunità?

Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla natura giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.

Sono escluse le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale. Sono inoltre escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive. 

Come si può accedere a questa misura?

Il credito si applica alle spese in Ricerca, Sviluppo, Innovazione e Design sostenute nel periodo di imposta preso in esame (quest’anno, per i bilanci approvati entro il 30/06/2021, il periodo di riferimento è l’esercizio contabile 2020).

Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili deve risultare da apposita certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro. Le imprese, inoltre, sono tenute a redigere e conservare una relazione tecnica che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte. Le imprese che intendono fruire dell’agevolazione sono tenute ad effettuare una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico. Il modello, il contenuto, le modalità e i termini di invio della comunicazione saranno stabiliti con apposito decreto direttoriale. La comunicazione è richiesta al solo fine di acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative.

La Legge n. 178/2020 (art. 1, c. 1064) – Incremento misura del credito d’imposta ha, fortunatamente ed in un quadro strategico e contingente, aumentato le % del credito di imposta riferite alle diverse attività di R&S sopra citate, specificatamente:

Tipologia credito

Ricerca e sviluppo

  • 2020 12% (max 4 Ml€)
  • 2021 20% (max 4 Ml€)

Innovazione tecnologica

  • 2020 6% (max 1,5 Ml€)
  • 2021 10% (max 2 Ml€)

Design e ideazione estetica

  • 2020 6% (max 1,5 Ml€)
  • 2021 10% (max 2 Ml€)

Innovazione tecnologica per transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0

  • 2020 10% (max 1,5 Ml€)
  • 2021 15% (max 2 Ml€)

Le opportunità ci sono, Obiettivo Sviluppo anche.

 

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