LG e Userful offrono una soluzione software per applicazioni aziendali

Una soluzione intelligente di gestione centralizzata della rete di visualizzazione in grado di migliorare le prestazioni, ridurre la complessità, i costi e l’impronta carbonica

 

Francoforte, 1 febbraio 2022LG Electronics Business Solutions Europe e la software house canadese Userful presentano una soluzione AV-over-IP end-to-end e software – defined che combina la Visual Networking Platform di Userful e la piattaforma webOS Signage™ di LG per ottimizzare le reti di visualizzazione di sale di controllo, reti di digital signage, corporate signage e video wall. Questa partnership mostra ancora una volta l’impegno di LG nel costruire relazioni importanti all’interno del proprio ecosistema di partner per fornire soluzioni innovative ai suoi clienti.

Come risultato della collaborazione tra Userful e LG, le aziende digitali presenti sui mercati chiave di tutto il mondo potranno distribuire servizi IT gestiti praticamente da qualsiasi fonte ai display webOS con capacità di streaming avanzate, flessibilità nella distribuzione e sicurezza di livello NIST. Che si tratti di fornire video e dati attraverso protocolli di streaming in tempo reale (RTSP) alle sale di controllo o di gestire contenuti 8K su centinaia di display, gli integrator e gli utenti finali avranno la possibilità di sperimentare una gestione semplificata delle reti display.

Secondo Harri Ekholm, Vicepresident Sales di LG Electronics Business Solutions Europe, questa partnership rappresenta il futuro della gestione della rete di visualizzazione che garantirà a integrator e imprese di capitalizzare sulla crescita esponenziale prevista per i sistemi AV-over-IP nei prossimi cinque anni. Ekholm dichiara: “Insieme, LG e Userful, hanno creato una piattaforma di gestione della rete di visualizzazione digitale che può semplificare e potenziare le installazioni LG e consentire sicurezza, velocità e la flessibilità nel delivery dei contenuti e nella distribuzione sui display”;

“L’accelerazione della trasformazione digitale e la nascita di nuovi servizi, hanno creato la necessità di una piattaforma centralizzata per la gestione dei servizi di visualizzazione in combinazione con dati, IoT e AI”, ha aggiunto Ekholm. “La piattaforma software-defined di Userful integra in modo unico tutti questi elementi, fornendoli attraverso server cloud privati/pubblici a display signage webOS ottimizzati per la rete, consentendo servizi AV all’interno di tutta l’azienda.”

Nel 2019 le due aziende hanno riconosciuto il potenziale di crescita dei sistemi AV-over-IP e hanno iniziato a sviluppare una soluzione software personalizzata e leggera in grado di essere supportata dalla piattaforma webOS Signage di LG per display a schermo piatto e LED a visione diretta, concentrandosi sulla semplicità, l’affidabilità, la flessibilità e la sicurezza.

Secondo Userful, la piattaforma dovrebbe fornire un significativo risparmio in termini costi energetici e di hardware, contribuendo al contempo a ridurre l’impronta carbonica.

 

La crescita potenziale del mercato è enorme, con applicazioni che vanno dai display mission critical e dalle reti di digital signage a livello aziendale ai video wall delle lobby aziendali e ai display delle grandi sale conferenze. Infatti, secondo Maia Research, il mercato AV-over-IP è destinato a crescere passando dai 3 miliardi di dollari di oggi a 51 miliardi di dollari nel 2027, con l’85% della crescita prevista nei settori aziendale, governativo e dell’istruzione. La soluzione di LG e Userful sarà, quindi, in grado di soddisfare la richiesta di miglioramenti nelle reti di visualizzazione e di capacità avanzate.

Secondo John Marshall, CEO di Userful, altri produttori di display non sono stati in grado di eguagliare il livello di integrazione software di LG e questo rende ancora più unica la partnership tra le due aziende e ancora più prezioso il lavoro svolto da entrambe.

“Il settore sottovaluta la difficoltà di ottimizzare i prodotti AV tradizionali per un IT, soprattutto tenendo in considerazione le sfide legate alla distribuzione di rete e le difficili applicazioni aziendali”, ha dichiarato Marshall. “L’industria AV ha storicamente lavorato con i codec NAB e gli standard AV, concentrandosi sulla massima qualità AV rispetto alla tecnologia HDMI cablata: l’aggiunta di reti guidate da più protocolli è una sfida completamente nuova. Il fatto che LG sia stata in grado di integrare tali protocolli IT nel suo firmware di base, nel cuore stesso della sua pipeline multimediale, è decisamente impressionante. In poche parole, questa soluzione semplifica il lavoro dell’IT e può ridurre la complessità dell’installazione e della manutenzione”.

Oltre a LG, Userful ha lavorato con altri produttori di display “che non sono riusciti ad effettuare un’integrazione così sofisticata degli standard IT nei loro firmware”, ha dichiarato Marshall. “Tali sviluppi hanno evidenziato la differenza tra i produttori di display a basso costo e i produttori di display IT-ready che soddisfano le esigenze delle aziende moderne. Siamo orgogliosi di lavorare insieme e di aprire la strada nel settore fornendo nuove soluzioni per migliorare le operazioni di business delle imprese”.

La protezione dei dati personali nelle reti di franchising

di Alessio Molinarolli – Avvocato

 

Il concetto stesso di rete implica un collegamento e, in modo praticamente inevitabile, una qualche forma di comunicazione. Non che le reti di franchising e la rete internet siano la stessa cosa, ma la struttura di una rete, di qualunque rete, si può ridurre, con buona approssimazione, a quest’idea basilare.

Se si accetta questo presupposto, poi, ne va in qualche modo accettato un corollario: ogni forma di comunicazione richiede la presenza di informazioni, di dati che si muovono da una parte all’altra, da un soggetto all’altro.

Quando si parla di informazioni, peraltro, è possibile riferirsi a quelle, si potrebbe dire, pure e semplici, come un dato di mercato, una ricetta o lo stesso know-how, oppure ad altre, più particolari, di valore forse maggiore: i dati personali, vale a dire quelle informazioni che si riferiscono ad una persona identificata o identificabile.

Sul valore occorre intendersi: che i dati personali siano il nuovo petrolio è affermazione talmente diffusa e condivisa che risulterebbe persino noioso argomentare ulteriormente. Di sicuro, poi, le reti di franchising non sono immuni al “fascino” (e all’efficacia) di campagne di lead, del marketing diretto, magari abbinato a più o meno sofisticate tecniche di profilazione, delle tessere punti o fedeltà, di tutto ciò che, in breve, trova il proprio fondamento nella raccolta e nell’utilizzo di informazioni sulle persone, potenziali clienti più facilmente e comodamente raggiungibili grazie a queste tecniche e all’uso della tecnologia.

Se tutto questo sembra logico, desta non poco stupore, quanto meno a chi scrive, che non si sia sviluppato un particolare dibattito intorno al tema del trattamento dei dati personali, cioè, tanto per capirsi, alla vecchia privacy, all’interno delle reti di franchising, neppure dopo l’entrato in vigore del Regolamento UE 2016/679 (l’ormai famoso – o famosa – GDPR)

E’ evidente che in queste reti non solo ci si trova di fronte ad innumerevoli trattamenti di dati personali ma si assiste anche a caratteristiche davvero peculiari, se non uniche, di questi trattamenti dovute proprio alla presenza di più soggetti, collegati “in rete”, che comunicano tra loro e, sempre più spesso, contemporaneamente con i “clienti”.

I diritti degli interessati e le “domande chiave”

L’affermazione relativa al dibattito poco sviluppato in materia di franchising e protezione dei dati merita una precisazione.

Si è affrontato cioè il problema solo dal punto di vista tecnico-informatico e del sistema di gestione.

In molti casi, anche fuori dall’orbita del franchising, si è ritenuto infatti che la questione fosse di pertinenza esclusivamente tecnico informatica, commettendo così, a parere di chi scrive, un errore grave e grossolano: tralasciare l’aspetto giuridico, quello, per dirla in modo netto, che regola il confine tra lecito e illecito.

Non è detto, infatti, che un’impresa dotata dei migliori strumenti di protezione (tecnologica) delle proprie reti, stia trattando i dati personali in modo lecito (e questo senza ovviamente nulla togliere alla fondamentale importanza del profilo della sicurezza informatica).

Per comprendere questo è necessario considerare che la disciplina in questione non fa proprio un concetto ampio di “privacy”, intesa come qualcosa di simile alla riservatezza, ma consacra un principio forse più realistico, quello della protezione dei dati personali.

Anche qui, occorre fare attenzione alle parole utilizzate, perché la protezione di cui si parla non è sinonimo di difesa ma di un diritto dell’interessato – della persona cioè alla quale si riferiscono i dati – al controllo degli stessi, a sapere cioè che cosa viene fatto degli stessi, da chi e con quali modalità.

Ora, questo “diritto”, che si può manifestare attraverso una serie di specifiche “facoltà” (come il diritto di accesso, di rettifica, di opposizione eccetera) implica che l’interessato possa in primo luogo ricevere risposta alcune semplici domande: “Chi tratta i miei dati? Perché? Su quale base giuridica? Con quali strumenti? Per quanto tempo? A chi vengono comunicati miei dati?”.  

Ovviamente a queste domande occorrerebbe dare una risposta “interna” alle imprese, in un processo di preventiva autoanalisi, prima che la mancanza di risposta (entro il termine di trenta giorni) o una risposta il cui contenuto non sia conforme alla legge, generi pesanti sanzioni pecuniarie o si traduca addirittura in illeciti penali.

La definizione dei ruoli privacy e delle basi giuridiche: un buon inizio

Tra i soggetti coinvolti nelle operazioni di trattamento spicca la figura del Titolare. Spesso si travisa l’espressione, pensando alla titolarità come a qualcosa di equivalente alla proprietà, credendo di poter stabilire in un contratto chi è il titolare e chi non lo è e finendo per cadere prigionieri di un set di convinzioni molto lontane dalle previsioni legali.

Primo punto. Il Titolare è chi decide le finalità di e le modalità di trattamento. Non si è proprietari di nulla, perché non c’è nulla di cui essere proprietari, dal lato GDPR. Non solo. Il titolare è colui che effettivamente decide le finalità e le modalità del trattamento, indipendentemente da cosa si stabilisca in contratti di vario genere.

Per comprendere questo aspetto è fondamentale passare al secondo punto: ogni trattamento deve avere una adeguata base giuridica. Fino a ieri per ogni attività era prevista la firma di un consenso; dal 2018 (anno di entrata in vigore del Regolamento) il consenso rappresenta una base giuridica residuale, da utilizzare solo quando non ve ne siano altre disponibili (senza contare che la gestione dei consensi comporta molti, anzi moltissimi, oneri pratici in capo al Titolare).

In ambito privato la base giuridica più corretta è il più delle volte quella che riguarda “l’esecuzione di un contratto”.

 

Al via la settimana delle Fiere online, il Tessile e il Cases & Bags & Shoes made in Italy sbarcano in Cina

Milano, 26/11/2021

I consumatori cinesi guardano con sempre maggiore attrattiva al made in Italy e il Governo di Pechino organizza da tempo un sistema di azioni per facilitare la nascita di Joint Venture commerciali e produttive tra le aziende italiane e quelle locali sul territorio cinese.

In tale contesto il Department of Commerce of Zhejiang Province, Provincia tra le più ricche del Paese, e la Zhejiang Samexpo Exhibition & Convention, , in collaborazioni con la Livolsi & Partners, organizza due Fiere on line dedicate esplicitamente a due settori manufatturieri d’eccellenza del nostro Paese: “Zhejiang Export Online Fair Italy Textile”, in programma lunedì 29 novembre, e “Zhejiang Export Online Fair Italy Case & Bags & Shoes, che si terrà venerdì 3 dicembre, entrambe dalle 9:00 alle 11:00 (ora italiana). Destinatari delle due iniziative le aziende e i nostri buyer interessati ad avviare una collaborazione commerciale e industriale con le imprese cinesi nei settori Abbigliamento, Accessori, Tessuti per la Casa, Scarpe e Borse. La partecipazione è gratuita, informazioni e link per collegarsi alle manifestazioni sul sito web https://yzt.yifangjia.com.

Alberto Conforti

“Le nostre aziende – afferma Alberto Conforti, managing director e responsabile del “Dipartimento internazionalizzazione” della Livolsi & Partners – guardano a un’economia in crescita come la Cina e il Governo cinese dà impulso a un sistema di facilitazioni per creare partnership commerciali e produttive in loco, utilizzando nuove tecnologie, che sopperiscono all’impossibilità di viaggiare e di avvicinamento tra le persone, ancora condizionate dall’emergenza sanitaria mondiale. La “Zhejiang Online Fair App” è una piattaforma di fiere virtuali online realizzata per le imprese interessate al commercio internazionale. Le funzioni includono stand online, sale espositive con tecnologia VR (Virtual Reality), presentazione dei prodotti, streaming live, possibilità di effettuare ricerche online, chat live e videoconferenze, traduzioni online e altro. “Zhejiang Export Online Fair Italy Textile” “Zhejiang Export Online Fair Italy Case & Bags & Shoes rappresentano un’occasione straordinaria per le nostre eccellenze produttivi perché i consumatori e i produttori cinesi sono appassionati dalla qualità e dallo stile del nostro made in Italy.”

I settori produttivi coinvolti

Abbigliamento: abbigliamento uomo / donna, costume da bagno, abbigliamento per fitness e tempo libero, abbigliamento outdoor, abbigliamento sportivo, uniformi, abbigliamento per neonati e bambini, jeans, abbigliamento da pesca e da caccia, cappelli, guanti, sciarpe, cravatte, calzini, borse, etc.

Accessori: cinture, bottoni, punti, ricami, accessori con diamanti artificiali, nastri, distintivi, bottoni, bordi in
gomma, bottoni, cerniere, perline, pizzi, spalline, etc.

Tessuti per la casa: biancheria da letto, asciugamano da bagno, fodera per cuscino del divano, tovaglia,
panno per tende, etc.

Scarpe: scarpe da spiaggia, scarpe da uomo e da donna alla moda, scarpe sportive e per il tempo libero,
scarpe da pioggia, etc.

Borse: valige, trolley, zaini, sacche, contenitori, astucci, etc.

7 modi in cui il covid trasformerà il retail

di Stefania Giuseppetti *

La pandemia da Covid-19 ha generato una trasformazione culturale nelle abitudini di consumo ed ha imposto alle aziende una serie di cambiamenti e nuove regole. Il lockdown dello scorso marzo 2020 si è rivelato un acceleratore nei processi di digitalizzazione ed ha imposto una trasformazione che diversamente avrebbe richiesto anni.

1.Riduzione dell’interazione staff-cliente

Il distanziamento è la prima regola. E allora, per garantire la tutela dello staff e la sicurezza dei clienti, è stato necessario rivedere il processo di accoglienza, limitando l’affluenza in negozio e la gestione del pubblico all’interno dei differenti reparti. All’ingresso, la misurazione della temperatura, il controllo dell’uso dei dispositivi di protezione (come la mascherina) e l’invito ad utilizzare i sistemi per la sanificazione delle mani, sono le regole della nuova buona educazione che accompagnano il saluto di benvenuto. Nel rispetto del distanziamento sociale, l’interazione nel punto vendita si riduce ai minimi termini e, così, buona parte dell’esperienza in store diventa contacless.

2. Introduzione di funzionalità contactless e touchless

Per limitare il rischio di contagio è utile evitare qualsiasi tipo di contatto. Anche se non esistano prove scientifiche attestanti che l’uso del denaro contante, passando di mano in mano, possa rappresentare un veicolo di diffusione del virus (https://www.battistolli.it/oms-nessun-rischio-di-contaminazione-dalle-banconote/), alla cassa le protezioni si rafforzano. Insieme alle barriere in plexiglass antibatteriche, sono state implementate le funzionalità contactless e touchless, giustificata dalla volontà dei consumatori di preferire strumenti innovativi di pagamento cashless, attraverso l’utilizzo di carte o smartphone. Tutto ciò ha accelerato un trend che si stava già definendo nel corso del 2019 (+7%) e che si sposa con l’iniziativa cashback del Governo: operazione che incentiva i pagamenti elettronici attraverso un sistema di restituzione in denaro di una percentuale di quanto pagato elettronicamente.

3. Pick-up hubs – luoghi di ritiro degli ordini

A seguito della chiusura dei negozi fisici durante il periodo di lockdown, molti retail hanno dovuto condividere strategie omnicanale e premere l’acceleratore sull’e-commerce. Digitalizzazione e omnicanalità, da elementi facoltativi, sono diventati parte integrante dell’esperienza di acquisto. Indipendentemente dalla tipologia e dalle dimensioni del negozio, nasce un modello che pone al centro l’integrazione tra il commercio fisico e quello digitale. Infatti, attraverso lo shopping online, hanno acquisito popolarità il click and collect, che offre la possibilità di effettuare il  ritiro in negozio garantisce al cliente di trovare il prodotto desiderato senza dover attendere la consegna a domicilio, e lo ship from store, novità che ha preso piede in questi ultimi mesi e che usa il negozio come centro di distribuzione virtuale in cui gli ordini possono essere preparati più velocemente, con conseguenze positive sulla soddisfazione e la fidelizzazione dei clienti. Tutti servizi che contribuiscono notevolmente a diminuire l’interazione tra staff e cliente e trasformano i negozi in pick-up hubs, funzionali all’attività digitale del brand. Il negozio diventa un centro di distribuzione virtuale, in cui gli ordini possono essere preparati molto più velocemente, con conseguenze positive sulla soddisfazione e la fidelizzazione del cliente. Regole “innaturali” per i retail concepiti come luogo di aggregazione e che, invece, per proteggere staff e clientela, hanno dovuto “chiudere le porte” per limitare il numero di persone nel loro interno.

4. Design dello store che assicuri distanziamento

Considerando le diverse aspettative dei clienti e le nuove esigenze sanitarie ed esperienziali, anche gli spazi degli store fisici hanno dovuto essere riprogettati. A partire dalla vetrina che, oltre ad attrarre l’attenzione, deve anche intrattenere il cliente nell’attesa di entrare. Per garantire un’esperienza personalizzata, in massima sicurezza, gli spazi devono rispettare la normativa sul distanziamento. La soluzione ideale è quella di predisporre un percorso a decompressione in cui l’ingresso e l’uscita avvengono in corridoi separati. Laddove non fosse possibile, l’uso di manichini ed elementi di arredo possono contribuire a tracciare la strada con l’aiuto di segnaletica, vetrofanie e kit adesivi a terra. L’esposizione in stile showroom, oltre a limitare le occasioni di contatto con i prodotti ed una eventuale contaminazione, contribuisce anche facilitare e velocizzare ancora di più le scelte dei consumatori.

5. Format più piccoli

L’attenzione si sposta su retail dalle superfici contenute e da inserire nel tessuto urbano. Tale scelta non significa riesumare un’archeologia commerciale superata, ma creare dei punti di contatto con il cliente per offrirgli soluzioni su misura.  La parola “retail” – “vendita al dettaglio” – deriva dall’antico francese “retailler”, ovvero “ritagliare in piccoli pezzi”. Tale significato ci aiuta a immaginare il valore dell’attività economica al dettaglio, che assicura al consumatore la giusta quantità di prodotto-servizio “dove vuole” e “quando vuole”. Il retail del futuro è più vicino di quanto pensiamo. Ancora una volta è il digitale ad abilitare la nuova idea di commercio al dettaglio, in grado di rendere l’esperienza d’acquisto sempre più emozionante attraverso tecnologie immersive: sarà sempre meno rilevante il luogo in cui avviene la transazione e sarà sempre più importante concentrarsi sull’integrazione delle esperienze online e offline.

6. Focus sulla sicurezza e qualità dell’areazione dello store

Le nuove regole introducono il ricambio dell’aria nei locali interni e vietano la funzione di ricircolo dell’aria per gli impianti di condizionamento. Per contribuire all’igienizzazione degli spazi e dare l’idea di un ambiente incontaminato, sul mercato hanno subito fatto la loro comparsa alcuni tools che si dichiarano efficaci nei confronti del virus, come i quadri a parete con funzione ionizzante, che promettono una maggiore protezione.

7. Scaglionare le visite agli store

I brand dovranno ottimizzare la customer journey, ovvero il percorso che porta il consumatore all’acquisto di un determinato prodotto o servizio. Attivare nuove funzionalità tramite App o sito web per la prenotazione della visita in negozio, come, ad esempio, la possibilità di selezionare articoli online e di ritrovarli in un carrello fisico, possono contribuire notevolmente a regolare la presenza dei clienti nello store. Soprattutto, possono offrire, insieme all’accoglienza personalizzata, una customer experience lungo tutti i punti di contatto, reali e digitali, durante il “viaggio” verso l’acquisto.

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Operazione di collocamento per Portobello

Portobello è un’azienda italiana, attiva nella distribuzione attenta alla qualità e alla convenienza dei prodotti, opera con tre business unit (media e advertising garantendo spazio pubblicitario per poi acquisire prodotti venduti tramite retail B2C e infine B2B in via residuale) e con un fatturato superiore a 10 milioni nella sola Italia, da cui un utile netto di 0,3 milioni, vuole compiere un’operazione di collocamento. Questa avverrà nella metà di luglio e comprende un aumento fino a 2,5 milioni per formare un flottante fino al 20%, con un lock up di 36 mesi sulle azioni pre-quotazione. L’obiettivo dell’ad Simone Prete è usare le risorse così acquisite per aprire nuovi retail shop, un Progetto Affiliati Portobello, sostenere investimenti pubblicitari per la diffusione e lo sviluppo del brand.

Musica Personalizzata E Annunci Strategici Stimolano I Clienti All’acquisto

L’utilizzo di musica all’interno dei negozi è ormai la norma. Il potenziale che i contenuti audio possono fornire nel valorizzare l’esperienza del cliente e favorire le vendite è, però, in grand parte ancora inesplorato. In quest’ottica Axis annuncia una serie di nuove partnership strategiche con Soundtrack Your Brand, Royal Streaming, MUSIC2BIZ e Pinesker Media Company, con l’obiettivo di offrire una soluzione completa per i rivenditori al dettaglio che desiderano gestire facilmente tutti gli aspetti audio all’interno del negozio. La musica di sottofondo ha un impatto notevole sul comportamento dei clienti all’interno del negozio. Uno studio condotto da uno dei nuovi partner del gruppo, Soundtrack Your Brand, ha rilevato che, in un ristorante, suonare una musica di sottofondo che rifletta l’identità del marchio può far aumentare le vendite del 9,1% in media, rispetto a musica che non abbia a che vedere con l’attività.

Blogger, Youtuber e Creator da Oggi Possono Migliorare la Propria Visibilita’

Buzzoole, la piattaforma di influencer marketing end-to-end in grado di connettere i brand ai content creator attraverso l’intelligenza artificiale, lancia una nuova dashboard evoluta e potenziata per i propri 254.000 content creator. Da oggi, infatti, lo strumento che da sempre consente la creazione e la gestione di campagne di influencer marketing, si arricchisce di nuove funzionalità diventando un potente strumento di analisi per blogger, instagrammer, youtuber e creator che già producono contenuti di successo in rete o vogliono migliorare la propria visibilità. la nuova dashboard permette ai Creator di disporre di uno strumento ancora più completo e dettagliato che li supporta nella creazione delle loro strategie di generazione e pubblicazione di contenuti e nell’ottimizzazione delle campagne.

Tecnocasa su RTL 102.5: nuova campagna radiofonica

Attraverso l’uso di linguaggi, format e canali diversificati si andrà ad  evidenziare tutta l’attenzione che il Gruppo Tecnocasa ricerva ai propri  clienti. E’ stata scelta RTL 102.5 con i suoi 8.326.000 ascoltatori al giorno, e anche nell’ottica di una comunicazione multicanale infatti RTL 102.5 è l’unico network ad offrire la possibilità di andare on air simultaneamente in TV (radiovisione), via web e, ovviamente, via radio. Saranno oltre 300 i passaggi totali sui diversi media.  La programmazione, prevista in diversi spazi, permetterà a Tecnocasa di raggiungere differenti target di riferimento, con una vera e propria copertura capillare delle fasce d’interesse. La numerosità degli spot permetterà di descrivere e approfondire ogni giorno in modo diverso i punti di forza dei servizi offerti.Questa campagna integrata sarà un’ottima occasione per veicolare in modo forte i marchi del Gruppo attraverso un circuito nazionale.  Il piano di comunicazione è stato strutturato per generare brand awareness e promuovere i servizi del Gruppo Tecnocasa, sottolineando i plus che lo hanno reso leader di settore.

 

Mondadori Introduce Nei Suoi Store L’assistente Digitale

MyStore, un assistente digitale in grado di proporre contenuti e consigli su misura grazie a sofisticati strumenti di analytics. E’ un nuovo strumento al servizio del cliente di Mondadori Store. MyStore si presenta come un totem con uno schermo interattivo multitouchcon il quale il cliente può interagire in maniera veloce e intuitiva per ricevere suggerimenti altamente personalizzati per acquisiti e regali. Con MyStore Mondadori Store è il  primo retailer italiano a introdurre un servizio con questo tipo di tecnologia, una soluzione che offre ai visitatori un nuovo modo per esplorare il catalogo di Mondadori Store all’interno dei punti vendita. Tre le funzioni presenti su MyStore possiamo trovare MyBook, MyGift e MyFinder. MyBook aiuta il cliente nella scelta del libro da acquistare grazie ad analisi cognitive in base al proprio profilo. MyGift permette di trovare il libro più adatto per un regalo. MyFinder consente invece di trovare i prodotti in vendita nello store come libri, cd e dvd con indicazione di prezzo, immagine e area del negozio in cui sono collocati. Il servizio MyStore, disponibile per la prima volta in Italia, è attivo nei Mondadori Megastore di Piazza Duomo e via Marghera a Milano, e nel Mondadori Bookstore di via Appia Nuova a Roma.

Webtrekk Annuncia Il Suo Cross-Device Bridge

Webtrekk, l’affermata piattaforma di customer intelligence, ha annunciato il lancio ufficiale del suo Cross-Device Bridge (CDB), un pool cooperativo di dati cross-device che consente alle aziende di seguire i propri utenti su molteplici dispositivi.

Cross Device Bridge è al momento disponibile in Germania e, su richiesta, in altri mercati. In un’era di clienti iper-connessi, Webtrekk ha rilevato che ben il 30% dei clienti effettua la conversione attraverso un percorso che coinvolge più device. Per ottimizzare la customer journey, le aziende devono essere consapevoli del comportamento dei loro utenti su tutti i device ma le differenze tra i dispositivi mobile e desktop rendono arduo recuperare queste informazioni: attraverso la condivisione dei dati nel CDB di Webtrekk, le conversioni dei clienti possono essere aumentate fino al 15%.